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Uccise un uomo per una lite al semaforo, condannato a 14 anni di carcere: “La sua sterzata fu intenzionale”

Per i giudici che hanno condannato Vittorio Belotti a 14 anni di carcere per l’omicidio volontario di Walter Monguzzi, morto in provincia di Bergamo, non ci sono dubbi: la sterzata di Belotti, che ha provocato la caduta di Monguzzi, era intenzionale.
A cura di Ilaria Quattrone
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Walter Monguzzi (a sinistra) e Vittorio Belotti (a destra)
Walter Monguzzi (a sinistra) e Vittorio Belotti (a destra)

Vittorio Belotti, magazziniere di cinquant'anni, è stato condannato a quattordici anni di carcere perché accusato dell'omicidio volontario di Walter Monguzzi, agente di commercio di 55 anni residente a Osio Sotto (Bergamo). Stando a quanto ricostruito dagli inquirenti, grazie al racconto di cinque testimoni oculari ritenuti attendibili, è che il primo avrebbe travolto e ucciso il secondo dopo una lite al semaforo.

La lite al semaforo e le sterzate

L'episodio risale al 30 ottobre 2022. I due, insieme ai cinque testimoni, erano fermi all'incrocio di via Papa Giovanni XXIII a Montello. Belotti era alla guida della sua Fiat Panda nera. Monguzzi in sella alla sua motocicletta. I due avrebbero iniziato a discutere. L'automobile, a un certo punto, sarebbe ripartita e avrebbe sterzato verso il motociclista che si sarebbe difeso dall'urto alzando una gamba per tenere distante la Panda.

Il conducente avrebbe sterzato una seconda e terza volta fin quando il centauro non sarebbe caduto a terra: la sua testa sarebbe stata schiacciata da una Bmw che si trovava sul lato opposto della careggiata. Belotti, nel frattempo, sarebbe scappato.

Il ruolo dei testimoni oculari

A consentire l'arresto, sono stati alcuni testimoni oculari. Uno, che era su una moto con la moglie, che ha visto la scena, inseguito la Panda, fotografato la targa e fornito l'immagine alle forze dell'ordine.

"Il quadro probatorio è chiaro, preciso, concordante, connotato da coerenza interna, privo di inverosimiglianza e non smentito dalle prove", hanno scritto i giudici nelle motivazioni della sentenza emessa a dicembre 2023.

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