Uccise la cognata a coltellate, Giuseppe Caputo è infermo totale di mente e socialmente pericoloso
Giuseppe Caputo è infermo di mente e socialmente pericoloso. A stabilirlo è l'esito della perizia psichiatrica disposta sull'uomo che lo scorso 23 ottobre uccise a coltellate la cognata Giovanna Chinnici, 63 anni, negli spazi comuni della palazzina di Nova Milanese che i familiari condividevano: il delitto, frutto di anni e anni di contrapposizioni, avvenne al culmine di una lite per un posteggio condominiale.
Il 62enne, ancora detenuto nel reparto psichiatrico del carcere di Monza, soffre per i periti di una patologia paranoide selettiva di cui l'omicidio è stata una fase "acuta". L'uomo è stato considerato anche socialmente pericoloso: per questo la gip del Tribunale di Monza Elena Sechi ha disposto che gli venga trovato un posto in una struttura psichiatrica giudiziaria.
"Ci hanno fatto ammalare con l'aria fredda dei condizionatori, vivevamo una vita d'inferno. Mia moglie si è ammalata gravemente, ora è in pericolo", erano state le dichiarazioni del 62enne arrestato. Una tesi più che strampalata, portata avanti con convinzione anche dal figlio di Caputo. "Continuavano con i condizionatori a buttarci il freddo in casa. Noi soffrivamo, mio padre non ci voleva vedere soffrire. Ha fatto una cosa sbagliata".P
Proprio la moglie di Giuseppe Caputo, nel frattempo, ha ricevuto il divieto di dimora nel Comune di Nova Milanese e di avvicinamento ai familiari per presunti atti persecutori che la 59enne avrebbe avuto nei confronti della sorella Giovanna Chinnici e della sua famiglia. La donna li avrebbe infatti molestati e minacciati più volte.