Uccise il suocero e ridusse in fin di vita l’ex moglie: archiviata l’accusa di maltrattamenti
Nella giornata di ieri, venerdì 26 luglio, il giudice per le indagini preliminari del tribunale di Busto Arsizio ha archiviato le accuse di maltrattamenti in famiglia nei confronti di Marco Manfrinati, l'ex avvocato di quarant'anni che il 5 maggio scorso ha tentato di uccidere l'ex moglie Lavinia Limido a coltellate e ha ammazzato il padre della donna, Fabio Limido, che era intervenuto per salvarla. La donna è stata ridotta in fin di vita.
La denuncia per maltrattamenti e quella per sottrazione di minore
L'ex moglie, che con Manfrinati ha avuto un figlio di quattro anni, aveva denunciato l'uomo per maltrattamenti. Il quarantenne aveva a sua volta denunciato l'ex per sottrazione di minore. Quest'ultima era stata già archiviata. Ma sdesso il gip ha deciso di archiviare anche quella nei confronti dell'ex avvocato: "Il gip di Busto Arsizio ha archiviato il procedimento a carico di Marco Manfrinati per presunti maltrattamenti in famiglia evidenziando le smentite investigative alle false accuse contenute nelle querele depositate, le numerose e gravi contraddizioni nelle dichiarazioni rese dal gruppo familiare Limido Criscuolo sia nelle querele che nelle varie sommarie informazioni testimoniali, e il grave astio da costoro nutrito contro Marco Manfrinati", ha detto al quotidiano Il Giorno l'avvocato Fabrizio Busignani che difende l'uomo.
Il processo per stalking
Nel frattempo proseguono le indagini per l'omicidio e il tentato omicidio che Manfrinati ha commesso il 5 maggio scorso a Varese quando, come lui stesso confessato, ha colpito Lavinia Limido con diverse coltellate e poi ha ucciso l'ex suocero. Oltre a queste accuse, il quarantenne è a processo a Varese perché accusato anche di stalking sempre nei confronti dell'ex moglie e della madre di lei, Marta Criscuolo.