Uccise il fratello tossico per difendere la madre, per la Procura non è omicidio
Una lite fratricida. È un fatto che risale a un anno fa, giugno 2021, quando Francesco Ciconte, 43 anni, uccise a coltellate il fratello Vincenzo, 47 anni, nella loro casa di San Siro, Milano. La motivazione? Le continue minacce e aggressioni che il fratello maggiore, tossicodipendente e con precedenti, riservava all'anziana madre. Oggi il parere del pm di Milano Giovanni Tarzia: l'indagine per omicidio volontario aggravato nei confronti di Francesco Ciconte va archiviata. Si tratta infatti di legittima difesa, nei suoi confronti e in quelli della madre.
La difesa della madre
Tutto si è svolto in piena notte, nell'appartamento dove vivevano i due fratelli Ciconte, sotto gli occhi della madre. I soccorritori del 118, subito raggiunti dai poliziotti delle Volanti e dagli specialisti della Mobile, si trovarono davanti agli occhi una scena assai cruenta, con la casa a soqquadro e scie di sangue ovunque. Cosa è successo? Secondo l'istanza della Procura, che dovrà essere valutata dal gip Livio Cristofano, il fratello che sferrò le coltellate si "trovò coinvolto in un corpo a corpo con il fratello" che "armato di un coltello" tentava di "colpirlo" negli organi vitali. Ferito, ha reagito "difendendo la madre e sé stesso con un altro coltello", con una "condotta sostanzialmente proporzionata, ancorché letale, ovvero sferrando a sua volta alcuni colpi".
La richiesta di cocaina
Secondo il pm Giovanni Tarzia, Francesco Ciconte non poteva lasciare la madre "in balia del fratello armato e deciso ad aggredire i familiari", così come "aveva più volte minacciato", perché chiedeva con insistenza altri soldi per comprarsi cocaina. La madre non venne ferita e chissà, probabilmente anche uccisa solo "grazie al tempestivo movimento di Francesco" che "riuscì ad evitare l'accoltellamento" dell'anziana donna.