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Uccise il figlio di 11 mesi, in arrivo la perizia psichiatrica sulla madre Elisa Roveda

Elisa Roveda, impiegata 45enne, lo scorso 14 luglio ha strangolato a morte il figlio Luca nella sua casa di Voghera (Pavia): la perizia psichiatrica stabilità se la donna era in grado di intendere e di volere al momento del gesto. L’ombra della depressione post partum.
A cura di Francesca Del Boca
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La casa di Voghera in cui è avvenuto l'omicidio
La casa di Voghera in cui è avvenuto l'omicidio

Si trova ancora ricoverata presso il reparto psichiatrico del Policlinico San Matteo di Pavia Elisa Roveda, 45 anni, la mamma accusata di aver strangolato il proprio bimbo di 11 mesi a Voghera, lo scorso 14 luglio. La donna, davanti al giudice per le indagini preliminari, non era stata in grado di spiegare lemotivazioni del suo gesto. "Ho ucciso mio figlio", le uniche sue parole, pronunciate in lacrime davanti ai Carabinieri.

La perizia su Elisa Roveda chiesta dal pubblico ministero

La perizia psichiatrica è stata richiesta al pubblico ministero Paolo Mazza dall'avvocato difensore della donna, ora in stato di fermo: si dovrà stabilire se la 44enne sia in grado di sostenere un dibattimento, e se fosse capace di intendere e volere al momento dell'omicidio. Quelle ore del 14 luglio in cui la madre, che la supporta nelle pulizie e nella gestione del bambino, la ritrova sdraiata sul letto, in stato confusionale. Accanto, il corpo ormai senza vita del piccolo Luca. 

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L'ombra della depressione post partum

"Aveva paura a stare in casa, a guidare la macchina, tutto", le parole del padre Marco a Fanpage.it. Una depressione in piena regola, tenuta costantemente sotto occhio dai dottori, da uno psicologo e dai familiari. Tranne quella mattina d'estate: questione di attimi.

"Suo marito era appena uscito per andare a lavorare, e stava arrivando mia moglie. È rimasta sola per poco, aspettava la mamma". La nonna aiutava Elisa soprattutto nella cura di Luca, 11 mesi, quel bambino tanto voluto e arrivato solo dopo cinque anni di continui tentativi. "Quando incontravo il marito di mia figlia diceva che stava meglio, altre volte che stava male, in base alle giornate. Ma non doveva comunque stare sola in casa".

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