Uccisa e nascosta in un congelatore: come è morta Carol Maltesi
Due mesi. Due mesi in cui Davide Fontana è riuscito a uccidere la ex compagna e farla sparire nel nulla. Per settimane, da quando aveva smembrarne il corpo e nascosto in sacchi della pattumiera a Borno, in provincia di Brescia, a chilometri e chilometri di distanza dal luogo dell'omicidio, nessuno si era chiesto dove fosse finita Carol Maltesi. Ai messaggi di amici e parenti che riceveva la 26enne sul suo cellulare rispondeva Fontana. Ma nessuno aveva mai provato a chiamarla, e ancor peggio, nessuno ne aveva denunciato la scomparsa. Due mesi di silenzi e poche domande.
Il ritrovamento del corpo e l'arresto
Fino a quando un pensionato di Borno aveva trovato i sacchi in cui era nascosto il corpo di Carol: "Camminavo lungo i sentieri – racconta a Fanpage.it Fausto Fedrighi – e ho visto quattro sacchi neri dell’immondizia. Non mi sono stupito, perché alcuni li lasciano d’abitudine. Di solito chiamo i servizi del Comune, ma era domenica, così mi sono avvicinato per caricarli successivamente sul mio pick-up, ma mi sono accorto che erano diversi… Di solito i sacchi della spazzatura sono gonfi, quelli invece erano pesanti e sembrava contenessero pietre. Allora ne ho aperto uno…". Poi la chiamata ai carabinieri e l'avvio delle ricerche. Ad aiutare i militari sull'identificazione del cadavere sono stati i tatuaggi riportati sul corpo della vittima. Poche ore dopo l'identificazione arriva anche il fermo dell'ex fidanzato, 43 anni, e infine la confessione durante l'interrogatorio davanti agli investigatori: l'ex e vicino di casa – i due vivevano a Rescaldina, in provincia di Milano – aveva detto di conoscere la donna e di sapere che era intenzionata a lasciare il mondo del porno. Ha raccontato altro, fino alle prime contraddizioni. A quel punto "ha ammesso le sue responsabilità, voleva togliersi un peso", precisa a Fanpage.it il legale difensore Stefano Paloschi.
Nessuno ha chiamato Carol per due mesi
Davide Fontana per due mesi aveva tenuto il corpo della ex fidanzata nel freezer prima di portarlo a Borno, paese che lui conosceva bene. Per due mesi aveva risposto sempre lui al telefono di Carol: rispondeva ai messaggi che arrivavano sul telefono, fingendosi la donna. Nessuna chiamata però e nessuna visita a casa. Insomma, per due mesi nessuno aveva sentito la voce di Carol e nessuno si era preoccupato. L'ultima a scrivere sul profilo Instagram di Fontana ieri, una volta uscita la notizia dell'identità del corpo, era stata la collega di Carol, Jasmine Carrera: "Gli ho chiesto come aveva preso la notizia dal momento che per molte persone lui era la persona più vicina al Carol". E poi ha aggiunto: "Lui l'accompagnava ovunque, dicava per non farle succedere nulla. Quando invece era proprio lui il pericolo". Ora Davide Fontana si trova nel carcere di Brescia: oggi, alle 10.30, è atteso l'interrogatorio di convalida.