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Uccisa durante il lockdown, ergastolo per l’ex compagno della tranviera Alessandra Cità

Ergastolo per Antonio Vena, ex compagno della tranviera 47enne Alessandra Cità. Nella notte tra il 17 e 18 aprile dello scorso anno Vena uccise con un colpo di fucile l’ex compagna, che lo stava ospitando per il lockdown nella sua casa a Truccazzano, nel Milanese. Dopo il delitto l’uomo era andato dai carabinieri: “Voleva lasciarmi, l’ho ammazzata”.
A cura di Francesco Loiacono
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Alessandra Cità
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Antonio Vena è stato condannato all'ergastolo per l'omicidio della ex compagna Alessandra Cità, 47enne tranviera dell'Atm, l'azienda di trasporti milanese. A pronunciare la sentenza sono stati i giudici della Corte d'Assise di Milano, presieduti da Ilio Mannucci Pacini, che hanno accolto la richiesta che era stata presentata dal pubblico ministero Giovanni Tarzia. Il femminicidio si era consumato in pieno lockdown, tra il 18 e il 19 aprile del 2020 a Truccazzano, in provincia di Milano.

Vena, 47enne operaio ed ex guardia venatoria, è stato condannato per omicidio volontario aggravato dalla premeditazione e dal vincolo della relazione affettiva. Ai carabinieri di Cassano d'Adda aveva riferito di aver ucciso con un fucile a pompa l'ex compagna in quanto la donna lo voleva lasciare. La relazione tra i due durava da nove anni ma attraversava un periodo di difficoltà, tanto che nell'ultimo periodo i due vivevano a distanza, lui a Bressanone e lei a Truccazzano. Da un paio di settimane Alessandra aveva però accolto in casa Antonio, in ferie forzate a causa dell'emergenza Coronavirus: la donna era comunque intenzionata a lasciarlo e questo avrebbe spinto l'uomo a ucciderla.

L'omicida era stato denunciato per violenze dall'ex moglie

Nella notte tra il 18 e il 19 aprile Vena ha preso il fucile a pompa calibro 12 regolarmente detenuto dalla compagna e le ha sparato un colpo alla testa, mentre dormiva. Poi è andato dai carabinieri e ha confessato il delitto, dicendo di averlo fatto per gelosia, al culmine di un litigio. La vittima non lo aveva mai denunciato in precedenza per violenze, ma Vena aveva sulle spalle due denunce sporte dalla ex moglie, da cui aveva avuto un figlio. Una risale al 2009 e l'altra al 2012, quando l'uomo avrebbe inseguito la donna in macchina fino a tamponarla e farla uscire di strada.

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