Uccidono 90enne con un ferro da stiro per rubarle pochi euro: ergastolo confermato in Appello
Ergastolo confermato in secondo grado per Carlos Gabriel Velasco Mario Abraham e Calero Ramirez. Di ieri come riporta Il Giorno la sentenza della Corte d'Assise d'Appello di Milano, che ha ribadito quanto stabilito dai giudici di primo grado, ossia che ai due imputati finiti a processo per l'omicidio pluriaggravato di Fernanda Cocchi, spetta la pena più severa.
Tutti e due sono accusati di aver ucciso la novantenne, massacrandola con un ferro da stiro il 29 ottobre del 2021 durante una rapina di pochi euro all'interno della sua abitazione in via Ponte Seveso. La pubblico ministero aveva chiesto per l'uno trent'anni di reclusione, per l'altro l'ergastolo.
Condanna all'ergastolo in primo grado
Già in primo grado i due imputati per l'omicidio di Fernanda Cocchi sono stati condannati all'ergastolo a giugno 2023, sentenza alla quale i loro legali hanno fatto ricorso. L'avvocato di Caler, Giuseppe Frojo, per il suo assistito aveva chiesto l’assoluzione dall’accusa di omicidio o una riduzione della pena, sostenendo che fosse succube del complice. Anche il difensore di Velasco, l’avvocato Corrado Viazzo, aveva chiesto per lui l’assoluzione dall’accusa di omicidio o una riduzione della condanna. Ma per entrambi i giudici hanno confermato l'ergastolo.
La 90enne uccisa per pochi euro
I fatti risalgono all'autunno di tre anni fa, quando Fernanda, ex sarta, una donna di novant'anni, era in casa da sola, vedova e senza figli. Carlos Gabriel Velasco e Mario Abraham Calero Ramirez, finiti poi a processo con l'accusa di omicidio, sono entrati all'interno della sua abitazione.
Secondo quanto ricostruito in sede d'indagine avrebbero massacrato l'anziana, colpendola con un ferro da stiro, che gli investigatori hanno trovato a poca distanza dal cadavere. I ladri sarebbero riusciti a prendere solo oggetti dal valore di pochi euro, tra i quali un paio di collane, un orologio e un anello. Per nascondere ogni traccia della loro presenza nell'abitazione avrebbero poi dato fuoco alla casa.
Con i soldi ricavati dalla vendita degli oggetti rubati sarebbero andati a cena fuori e avrebbero acquistato della droga, come se nulla fosse accaduto. Fino a quando gli agenti della Squadra Mobile della Polizia di Stato sono risaliti alla loro identità e li hanno arrestati. I giudici ritengono le loro dichiarazioni "inattendibili".