Giuseppina Di Luca, uccisa con 40 coltellate dall’ex marito: “Ha rivendicato l’omicidio con la figlia”
L'omicidio di Giuseppina Di Luca sarebbe stato premeditato e rivendicato con "orgoglio misto a sadismo. A compierlo è stato Paolo Vecchia, il marito da cui Di Luca si era separata da circa un mese. Il 13 settembre 2021, ad Agnosine, l'uomo l'avrebbe accoltellata a morte perché vedeva come "ingiusta" la fine della loro storia.
Lo scrive nero su bianco il presidente della Corte d'Assise di Brescia Roberto Spanò nelle motivazioni della sentenza che condanna l'uomo all'ergastolo e che sono state diffuse dal Giornale di Brescia. Vecchia, operaio 54enne di Sabbio Chiese, dopo aver tolto la vita all'ex moglie si sarebbe rivolto a una delle figlie dicendo: "Ti ho ucciso tua madre proprio come ti ho promesso".
Le motivazioni della sentenza
"L’ho copada, l’ho copada”, cioè "l'ho uccisa": Vecchia avrebbe detto così a una delle figlie che la loro madre non c'era più. Anche in queste parole, i giudici hanno visto la volontà di uccidere di Vecchia, a cui è stata riconosciuta anche l'aggravante di crudeltà oltre che di premeditazione.
Secondo il testo riportato da il Giorno, l'uomo ha agito "con algida lucidità" e mosso da un "proposito vendicativo", testimoniato dal fatto che oltre a non prestare soccorso avrebbe sottolineato il suo gesto con le figlie. Alla base delle 40 coltellate, ci sarebbe stato un "livore" – scrive il presidente Spanò – una "energia distruttiva" motivati dalla "prospettiva ormai concreta del definitivo sgretolamento del rapporto di coppia".
L'uomo, che in fase di processo aveva ammesso la colpevolezza ma non la premeditazione, era stato trovato in possesso di due coltelli, che aveva giustificato come "ami da convincimento". Ora questa spiegazione viene giudicata "inverosimile" dai magistrati, come anche "tardiva e posticcia" è reputata l'intenzione – dichiarata in un primo momento dall'imputato – di andare dall'ex per convincerla a tornare insieme.
I maltrattamenti e l'omicidio
Nei giorni precedenti il delitto, Vecchia manifestato diverse volte con i conoscenti il suo proposito. Ora i giudici scrivono di quelle dichiarazioni come di "sfoghi premonitori", che nessuno aveva preso sul serio perché si presumeva fossero dovuti "ai limiti culturali e alla sua rusticitas, piuttosto che a un reale conato vendicativo".
Il carattere "rustico" dell'uomo è finito più volte al centro delle motivazioni della sentenza. Per la corte d'Assise di Brescia, Vecchia aveva usato "espressioni rozze e gratuitamente degradanti" per dire che avrebbe ammazzato la moglie e aveva mostrato "un substrato umano irrispettoso e prevaricatore, sintomatico di radicato atteggiamento vessatorio".
In questo contesto sarebbero maturati i maltrattamenti e l'omicidio di Giuseppina Di Luca. La sera del 13 settembre 2021, la donna era stata inseguita per le scale da Vecchia, che poi aveva scagliato decine di coltellate contro gola, torace e petto. A chiamare i soccorsi era stato un vicino di casa che l'aveva sentita urlare quelle che sarebbero state le sue ultime parole: "Aiuto, mi hanno accoltellato".