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Uccide la moglie con 40 coltellate sotto casa, Paolo Vecchia condannato all’ergastolo

Il 13 settembre 2021 Paolo Vecchia uccise con 40 coltellate sua moglie, Giuseppina Di Luca, sotto casa ad Agnosine. La Corte d’Assise di Brescia lo ha condannato in primo grado all’ergastolo.
A cura di Enrico Spaccini
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È stato condannato in primo grado all'ergastolo Paolo Vecchia, il 54enne che il 13 settembre del 2021 ha ucciso con 40 coltellate la moglie Giuseppina Di Luca. La Corte d'Assise di Brescia, presieduta da Roberto Spanò, ha accolto la richiesta dell'accusa. Ha anche escluso l'aggravante della crudeltà, ma non quella della premeditazione come invece aveva richiesto la difesa.

L'omicidio ad Agnosine

La mattina del 13 settembre Vecchia aveva deciso di aspettare sua moglie sotto casa ad Agnosine. In aula nell'ultima udienza il 54enne aveva detto di essere andato lì solo per parlare, ma in tasca aveva due coltelli. I due si erano separati da poco più di un mese e lei, Di Luca, non aveva intenzione di tornare con il marito.

Pare che quella mattina la donna, di 46 anni, gli avesse detto di avere una relazione con un altro uomo. A quel punto Vecchia l'ha colpita 40 volte con una lama. Poi, dopo essersi andato a cambiare i vestiti, è andato dalla figlia che stava dormendo in casa a dirle che aveva ucciso sua madre e dai carabinieri a confessare l'omicidio.

"Sadica insistenza nel colpire la moglie"

Dalle indagini, coordinate dal pm Carlotta Bernardini, si è scoperto che Di Luca era morta dopo quattro coltellate. Le altre, ha affermato il magistrato in aula, "dimostrano la sadica insistenza di Vecchia nel colpire la moglie".

La difesa, invece, sosteneva la tesi del "delitto con dolo d'impeto", dovuto al fatto che il 54enne aveva scoperto solo quella mattina della nuova relazione della moglie.

La Corte d'Assise ha deciso di accogliere la richiesta dell'accusa, condannando Vecchia all'ergastolo in primo grado. "Siamo soddisfatti", ha commentato alla fine dell'udienza l'avvocato Tatiana Bodei, "per le due figlie il dolore resta molto grande e questa condanna non cambia il loro stato d'animo".

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