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Uccide la moglie con 40 coltellate, confermato e definitivo l’ergastolo per Paolo Vecchia

Paolo Vecchia è stato condannato in via definitiva all’ergastolo con l’isolamento diurno per 3 mesi. Il 54enne aveva ucciso la moglie Giuseppina Di Luca ad Agnosine nel settembre 2021.
A cura di Enrico Spaccini
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La Corte di Cassazione ha confermato e reso definitivo l'ergastolo per Paolo Vecchia, colpevole di aver ucciso con 40 coltellate la moglie Giuseppina Di Luca il 13 settembre 2021. I due si stavano separando e la 46enne si era trasferita ad Agnosine (in provincia di Brescia) insieme alla figlia minore. Il 54enne ha provato a difendersi affermando di essere andato là quel giorno solo per parlare, ma aveva con sé due coltelli che ha usato per colpirla dopo che lei gli aveva detto di avere una relazione con un altro uomo.

La condanna per omicidio volontario premeditato

Le indagini, coordinate dalla pm Carlotta Bernardini, avevano accertato che Di Luca era morta dopo quattro coltellate. Già in primo grado, la Corte d'Assise di Brescia, presieduta da Roberto Spanò, aveva deciso di condannare Vecchia all'ergastolo per omicidio volontario premeditato, con l'aggravante della crudeltà.

Per i giudici, il 54enne aveva agito "con lucidità" e mosso da un "proposito vendicativo". Dopo aver ucciso la moglie, Vecchia era entrato in casa a dire alla figlia di aver ucciso sua madre.

La conferma dell'ergastolo in Appello e in Cassazione

In Appello, la Corte aveva confermato la condanna all'ergastolo inflitta in primo grado e anche i maltrattamenti che erano stati subiti da Di Luca e dalle figlie. Le ragazze, infatti, avevano deposto contro il padre e, secondo il procuratore generale, tutte e tre avevano subito "continue vessazioni". Vecchia, dunque, "non tollerava che la moglie se ne fosse andata, esercitava su di lei un controllo costante e ossessivo". La difesa dell'imputato aveva chiesto l'assoluzione dai maltrattamenti e dalla premeditazione.

La Cassazione, invece, ha deciso di annullare solo l'aggravante che il delitto sia stato commesso in presenza di un minore. Per questo motivo, la condanna definitiva è l'ergastolo con tre mesi di isolamento diurno.

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