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Uccide la madre con una strofinaccio, la vicina: “Ho sentito le urla, ma il figlio mi ha detto che stava bene”

Una vicina di casa di Santina Delai, l’anziana uccisa con uno strofinaccio, ha raccontato di aver sentito le urla della donna e un tonfo in casa sua. Quando è andata a controllare che fosse tutto tranquillo, ha incontrato il figlio – che diverse ore dopo ha confessato il delitto – che le avrebbe detto che la madre stava bene ed era impegnata nelle pulizie.
A cura di Ilaria Quattrone
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Mauro Pedrotti ha confessato di aver ucciso la madre Santina Delai, la donna trovata morta nel suo appartamento a Pugnago del Garda (Brescia). L’anziana è stata strangolata con uno strofinaccio. L’uomo è stato arrestato e adesso si trova in carcere a Brescia.

Il figlio, prima di ammettere la sua colpevolezza, ha lasciato credere che la madre fosse stata uccisa da un ladro: ha infatti ribaltato qualche cassetto. Il suo tentativo di depistaggio però è stato presto smascherato. Gli elementi che hanno permesso di risalire all’esatta dinamica sono stati diversi.

La telefonata alle forze dell'ordine fatta dal datore di lavoro

Il primo riguarda la telefonata alle forze dell’ordine. Non è stato infatti il figlio ad allertare, pur sostenendo con vicini e colleghi che fossero entrati i ladri.

È stato infatti il capo dell’uomo a chiamare i carabinieri. Pedrotti, infatti, si è presentato a lavoro alle 6.40-6.45: "Mauro – si legge nella convalida del fermo – appena mi ha visto mi ha informato che si sarebbe allontanato dal lavoro perché doveva andare a casa dalla madre in quanto non gli rispondeva al telefono".

Alle 7.06 lo avrebbe richiamato dicendo che la madre era morta: "Me l’hanno soffocata, sono venuti dentro i ladri". Ha poi aggiunto: "Glielo dicevo sempre di chiudere le porte, ma lei le lasciava sempre aperte".

Il datore di lavoro quindi si è recato sul posto. Ha scoperto che Pedrotti, invece di telefonare le forze dell’ordine, ha contattato le onoranze funebri. Per questo motivo, ha deciso di farlo lui.

Oltre al figlio della vittima, c’era anche la nuora nonché moglie dell’indagato. Ai militari ha spiegato di aver trovato lei il corpo della suocera: il marito infatti l’aveva chiamata poco prima delle 7 per chiederle di entrare in casa della madre per verificare se stesse bene visto che non le rispondeva più al telefono.

"Sono andata subito in taverna, ma non ci sono riuscita perché la porta era chiusa. Mia suocera era solita stare in taverna, ecco perché mi sono diretta in quel locale. Dopodiché sono salita al piano superiore, utilizzando un vialetto esterno della villetta di mia suocera. Dal retro di casa, attraverso una finestra, ho notato che mia suocera era per terra", ha dichiarato agli investigatori.

Ha poi chiamato il marito raccontandogli quanto visto. Una volta nella abitazione, Pedrotti avrebbe subito esordito dicendo "Ci sono stati i ladri". La donna solo allora si sarebbe accorta che "alcuni cassetti erano aperti, anche perché mio marito aveva detto "qua ci sono stati i ladri".

L'incontro con la vicina di casa

Tra le persone ascoltate dagli inquirenti, c’è anche una vicina di casa. Ha affermato che sia lei che il marito sono stati svegliati da un tonfo e da un urlo: "Eravamo preoccupati. L’ho chiamata ripetutamente per telefono, ma non ha avuto alcuna risposta. Quindi, temendo che fosse accaduto qualcosa di grave, sono andata a suonarle il campanello".

E proprio in quel momento ha notato che "dal garage è uscito suo figlio Mauro, il quale, preso atto del fatto che io avevo sentito delle urla provenire da quella casa, mi ha comunque rassegnata dicendomi che sua mamma era in cucina che stava facendo le pulizie, indicandomi un locale del piano terra. La cosa mi è apparsa strana. Lui mi è sembrato tranquillo, per nulla agitato, lo ero invece io e mio marito".

Altri tre vicini hanno raccontato di aver sentito le urla, le invocazioni di una donna e che questa chiamava un nome maschile verosimilmente Paolo o Dario.

La confessione di Pedrotti

L’incontro con la vicina di casa, è stato confermato dallo stesso Pedrotti durante l’interrogatorio che si è svolto davanti al giudice per le indagini preliminari. Ha infatti ammesso di averla incontrata e di averla rassicurata. Ha poi affermato di aver voluto inscenare un furto. Ha spiegato di essersi recato al lavoro, dove si è disfatto di un pile indossato al momento del delitto (trovato nel cassonetto da lui stesso indicato) e di aver detto al titolare di voler tornare dalla madre per verificare che stesse bene.

Ha poi raccontato che la moglie non ha mai saputo del delitto e soprattutto di averlo fatto perché "era stufo del suo carattere, era invadente, mi comandava di fare ogni cosa". I due avevano inoltre avuto una discussione il 28 gennaio perché l’uomo voleva vendere la casa, ma la madre non era d’accordo. Ha poi sottolineato di non aver premeditato l’omicidio, cosa che invece aveva ammesso durante le dichiarazioni spontanee rilasciate al pubblico ministero al momento del fermo.

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