Uccide la madre a calci e pugni, l’amica: “Non ce la faceva più, il figlio e la nuora chiedevano solo soldi”
Un'aggressione brutale, fermata solo dall'intervento di un vicino. Sono "futili motivi" quelli che sarebbero alla base dell'"inaudito e crudele accanimento" di Ruben Andreoli, 45enne di Sirmione (Brescia) nei confronti della madre Nerina Fontana: l'uomo, che fa il magazziniere in zona, lo scorso 15 settembre ha ucciso a calci e pugni la donna, 72 anni, davanti agli occhi attoniti della moglie.
Alla ricerca del movente dell'aggressione
Gli inquirenti, adesso, sono al lavoro proprio per ricostruire quali possano essere le motivazioni di una così feroce reazione, scaturita durante una lite domestica per l'imminente trasferimento dell'uomo in Ucraina, terra d'origine della consorte. "Non c'erano mai stati litigi, Ruben non è un violento. La situazione in casa è sempre stata tranquilla", aveva dichiarato inizialmente la moglie del 45enne. Ma pian piano, forse, emerge una ben diversa situazione. Fatta di silenzi, ripicche, problemi tra madre e figlio.
La testimonianza dell'amica di Nerina Fontana
"Nerina non ne poteva più di quei due. Volevano solo soldi", è la testimonianza di un'amica di vecchia data della 72enne, riferita davanti alle telecamere del programma Rai La Vita In Diretta. "La moglie di Ruben non lavorava, e non voleva lavorare. Voleva solo il denaro per comprare la casa per lei e per la sua famiglia in Ucraina". E ancora. "Nerina mi confidò che la nuora aveva chiesto a un notaio se non fosse già possibile intestare la casa di Sirmione al figlio, visto che era l'unico". Un'atmosfera decisamente tesa, al punto che la 72enne aveva estromesso Ruben dalla firma congiunta sul conto corrente. "Lei aveva smesso di parlarmi, mangiava da sola", ha dichiarato lo stesso figlio durante l'interrogatorio. Fino a quel venerdì sera.