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Uccide la figlia disabile e poi si suicida: “Aveva paura che nessuno potesse più accudire Rossana”

L’ottantenne che ha ucciso la figlia disabile e poi si è tolto la vita potrebbe aver deciso di compiere il gesto perché spaventato dall’idea che, considerata la sua età avanzata, nessuno potesse più prendersi cura di lei.
A cura di Ilaria Quattrone
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Aveva paura che con il tempo e considerata la sua età, nessuno avrebbe potuto prendersi cura della figlia disabile. Sarebbe questo il movente che ha spinto Francesco Iantorno, un pensionato di ottant'anni, a uccidere nella mattinata di oggi, martedì 25 ottobre, la figlia di 45 anni. Dopo averla ammazzata, si sarebbe tolto la vita.

La possibile dinamica

L'episodio è avvenuto a Osnago, comune in provincia di Lecco. In base alle prime informazioni, sembrerebbe che l'uomo prima di ucciderla con un coltello da cucina, le avrebbe somministrato alcuni farmaci. Dopo averla accoltellata, si è tagliato le vene. Vigile urbano e messo comunale, l'80enne era vedovo da alcuni anni.

È stato l'altro figlio e fratello di Rossana a lanciare l'allarme, preoccupato perché i volontari di un centro d'aiuto che frequentava la donna non avevano ricevuto alcuna risposta e stavano ancora aspettando fuori casa. L'uomo ha telefonato a una collaboratrice che si occupava delle faccende di casa e poi ha scoperto i cadaveri. 

Disposta l'autopsia su entrambi i cadaveri

Sul posto, oltre ai carabinieri, c'era il procuratore capo di Lecco Ezio Domenico. Come sostenuto dallo stesso, la casa è stata trovata in ordine senza alcun segno di intervento di terze persone. Bisognerà attendere l'esito dell'autopsia per capire esattamente cosa sia accaduto e quali siano le cause della morte.

In paese, le autorità e il primo cittadino hanno raccontato che la donna era seguita dall'assistente sociale. Nonostante questo però, la paura che la figlia potesse essere abbandonata potrebbe aver spinto Francesco ad attuare il piano.

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