Uccide il padre a Suzzara, la telefonata della figlia Rosa al 112: “Hanno sparato al mio papà, correte”

"Hanno sparato al mio papà, correte. Non respira più". Al telefono ha toni disperati Rosa Capuano, arrestata lo scorso 5 marzo dopo tre mesi dalla misteriosa morte del padre Francesco, trovato con il corpo crivellato di colpi di pistola lo scorso 23 dicembre nel garage della casa che i due condividevano a Suzzara (Mantova). In quel momento la figlia, 46 anni, chiama il 112 e finge di aver rinvenuto il padre già senza vita: ai carabinieri che intervengono in via Biolcheria racconterà di essersi assentata solo un attimo per prendere le sigarette in casa, e di essersi accorta solo al ritorno della brutale esecuzione.
"È pieno di sangue, non respira", spiega così mentre chiama i soccorsi al cellulare, ansimando e piangendo, come si sente dalla chiamata mandata in onda oggi da Pomeriggio Cinque. Tutta una messinscena, per chi indaga: sarebbe stata proprio lei, con l'arma nascosta poi nel beauty-case, a colpire il padre alla testa per cinque volte.

Il movente dell'omicidio, al momento, è ancora tutto da ricostruire. L'idea degli inquirenti, però, è che ad armare la mano di Rosa Capuano sia stata da un lato la convinzione di potersi impossessare da sola del patrimonio e delle proprietà del padre, scavalcando i fratelli, dall'altro la volontà di liberarsi di una figura possessiva, che ricopriva per lei un ruolo di "padre-padrone" e che, pretendendo attenzioni e cure costanti, la costringeva di fatto a rimanere sempre chiusa in casa.