Uccide con una mazza la moglie e la figlia 16enne: ergastolo confermato per Alessandro Maja
Nella giornata di ieri, mercoledì 12 giugno, la Corte di Cassazione ha confermato l'ergastolo per Alessandro Maja, l'architetto che ha ucciso la moglie e la figlia e ferito gravemente il figlio a Samarate (Varese) a maggio 2022. L'uomo, una notte, ha preso una mazza da carpentiere e un coltello e ha ammazzato Stefania Pivetta e la sedicenne Giulia. Ha poi ridotto in fin di vita il figlio Nicolò, che ancora oggi è sottoposto a una lunga riabilitazione fisica e psicologica.
Quella sera infatti Nicolò è riuscito a reagire probabilmente perché svegliato dal rumore o dall'unico grido che è riuscita a lanciare la sorella. Dopo averle uccise, Alessandro Maja è uscito sul balcone e ha gridato: "Li ho uccisi tutti, bastardi". Sono stati poi i vicini di casa a lanciare l'allarme. Gli operatori sanitari del 118 hanno trasferito d'urgenza Nicolò che è rimasto in coma per diversi mesi: si è svegliato e piano piano è riuscito a recuperare. Nel frattempo i carabinieri hanno arrestato Maja.
Ancora oggi non si conosce il movente dell'efferato delitto.
Ieri la Corte di Cassazione ha rigettato il ricorso che era stato presentato dai difensori dell'uomo e ha quindi confermato in via definitiva l'ergastolo. Sono state inoltre confermate tutte le pene accessorie e i risarcimenti nei confronti delle vittime, in primis Nicolò. "Penso che per i familiari questo sia un punto di svolta: concluso questo percorso giudiziario potranno passare oltre e pensare al benessere di Nicolò che è la persona più colpita da questa vicenda", ha detto Stefano Bettinelli, avvocato di Nicolò Maja, all'agenzia di stampa LaPresse.