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Uccide con una fucilata l’ex amico e poi confessa: “Pensavo giorno e notte a come fargli del male”

“Ora dormo tranquillo e non ci penso più, mi sono tolto un peso”: a dirlo è Domenico Gottardelli, accusato di aver ucciso con una fucilata Fausto Gozzini, titolare dell’azienda Classe A Energy di Casale Cremasco (Cremona).
A cura di Ilaria Quattrone
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"La mia era una fissazione di trovare il modo di poter far del male al Gozzini, ci pensavo giorno e notte": a dirlo, durante la sua confessione, è stato Domenico Gottardelli. L'uomo, idraulico ormai in pensione, è accusato di aver ucciso con una fucilata Fausto Gozzini, titolare dell'azienda Classe A Energy di Casale Cremasco (Cremona).

L'accusa del pensionato

Gottardelli, come riporta anche il quotidiano "Il Corriere della Sera", ha accusato il 61enne di avergli rubato un sacco di soldi e di aver meditato la vendetta per anni: "Ora dormo tranquillo e non ci penso più, mi sono tolto un peso". Il 78enne, difeso dall'avvocato Santo Maugeri, adesso si trova in carcere a Cremona e ha confessato durante l'udienza di convalida svolta davanti al giudice per le indagini preliminari Elisa Mombelli.

I sospetti verso la domestica e l'amico

Gottardelli, che è accusato di omicidio premeditato, ha raccontato che un giorno di cinque anni fa, non ha più ritrovato un'ingente somma di denaro: ben quattrocentomila euro che l'uomo teneva in una scatola nascosta in garage. Il pensionato ha quindi spiegato di aver sospettato della sua domestica e poi del 61enne. "Erano amanti e per i loro rapporti clandestini, io prestavo la mia casa".

La donna avrebbe infatti avuto le chiavi: "Gozzini sapeva del denaro contante che avevo in garage". L'amicizia tra i due uomini è nata una trentina di anni fa: avrebbero infatti fatto diverse cene e vacanze insieme. Addirittura avevano anche posto le basi per un affare che poi è sfumato. Il progetto prevedeva l'acquisto di un appartamento a Dubai.

Il piano premeditato

Casa, per la quale Gottardelli versò 130mila euro di caparra. La compravendita andò in porto e il pensionato recuperò i soldi che poi versò su un conto corrente. Ogni mese avrebbe prelevato diecimila euro, somma che poi nascondeva nella scatola in garage. Il pensionato aveva raccontato all'amico dove teneva i soldi: "Mi fidavo di lui, eravamo amici".

Da lì, la vendetta: ha preso il fucile, che apparteneva al marito dell'ex compagna ormai deceduto, lo ha caricato e – prima di recarsi in ditta – ha telefonato al 61enne per accertarsi che fosse lì. Dopodiché ha parcheggiato nel cortile dell'azienda. Proprio mentre estraeva l'arma, gli è partito un colpo sul pavimento. Il titolare si sarebbe avvicinato al 76enne che, a quel momento, avrebbe preso la mira e sparato.

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