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Uccide a martellate un 28enne davanti all’ex macello di Milano: “Lo ha fatto per salvarsi la vita”

Mamadou Tandia è stato assolto dall’accusa di omicidio volontario. La sera del 29 ottobre 2021 uccise a martellate Mouhmed Elannoni, ma per i giudici fu legittima difesa.
A cura di Enrico Spaccini
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L'ex macello di via Molise (foto da Facebook)
L'ex macello di via Molise (foto da Facebook)

È stato in carcere per più di un anno, ma ora è stato liberato: lo scorso mercoledì i giudici della Corte d'Assise hanno assolto Mamadou Tandia. Il 27enne maliano era stato accusato dell'omicidio volontario, aggravato da futili motivi, di Mouhmed Elannoni. Sarebbe stato lui a colpire il 28enne marocchino alla testa con un martello, ma fu legittima difesa.

Lo scenario ricostruito dalla difesa di Tandia presenta un ragazzo considerato "preda facile" da un gruppo criminale di sette o otto persone che viene aggredito davanti all'ex macello di Milano. Ad un certo punto, però, riesce a brandire un martello e a colpire uno dei suoi aggressori.

La sera del 29 ottobre 2021

Era la sera del 29 ottobre 2021. Davanti alla palazzina di via Molise alcune persone si rincorrono armate, lasciando dietro di se uno di loro: è Elannoni. Con una profonda frattura alla testa, viene poi soccorso dal 118 e portato in ospedale. Non riprende più conoscenze e muore il 12 novembre.

Il primo che viene fermato è Fulgence Wosso Aboua. L'ivoriano 31enne, conosciuto come "Caporal", è ritenuto dal pm Bianca Maria Baj Macario l'autore dell'omicidio, nonostante lui si dichiari sempre innocente. La prima ipotesi era che Aboua e Tandia avessero affrontato il gruppo di magrebini di cui faceva parte la vittima.

La conversazione tra Aboua e Tandia

Qualche giorno dopo, come racconta il Corriere della Sera, viene intercettata una conversazione in cui Tandia, considerato fino a quel momento solo "complice", sembra confessare il delitto: "Ho visto un arabo che aveva un martello. Ho preso il martello e ho picchiato qualcuno. La persona che ho colpito ha perso i sensi per due giorni, poi la polizia mi ha detto che se muore andrò in prigione".

L'11 marzo 2022, dopo 4 mesi di prigione, il gip Roberto Crepaldi ordina la liberazione immediata di Aboua. Al suo posto, viene arrestato Tandia. Tuttavia, quella che era sembrata una confessione, a processo viene identificata come semplice ipotesi.

Tandia, infatti, ipotizza in quel momento di aver colpito da qualcuno, ma nel solo tentativo di liberarsi dal gruppo che lo stava aggredendo. Il medico legale, poi, ha confermato che il colpo potrebbe essere stato sferrato con un movimento rotatorio, e non con un gesto mirato.

Tandia non ha provato a fuggire

Poi cade anche l'ipotesi della vendetta. Tandia, qualche giorno prima, aveva subito il furto di un cellulare, una PostePay e 500 euro. Lui stesso, però, ha presentato denuncia alla polizia, cosa non comune in chi cerca vendetta.

Infine, oltre al fatto di non avere precedenti, Tandia non ha cercato in alcun modo di fuggire dopo quella notte. Anzi, era tornato ad Agrigento presentandosi in Questura per rinnovare la sua richiesta di asilo politico. In poche parole, il 27enne maliano quella sera di ottobre "ha agito per salvarsi la vita".

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