Tutti i legami tra i giocatori, le società e gli ultras che preoccupano l’Inter
I due capi ultrà dell'Inter Mauro Nepi e Marco Ferdico e la società avrebbero avuto un collegamento diretto. Lo dimostrano gli atti della Procura relativi all'operazione della Polizia e della Guardia di Finanza che ha portato lunedì 30 settembre all'arresto per associazione a delinquere di 19 ultrà di Milan e Inter. Investigatori e inquirenti, ascoltando le chiamate intercettate, sono arrivati in poco tempo alla conclusione che "il potere intimidatorio della Curva sia capace di spingere, addirittura, il club a non favorire alcuna categoria di tifosi, pur di non scontentare gli ultras, poiché essi, in caso contrario, sarebbero capaci di reazioni violente". Segno che minaccia e intimidazioni erano nel modus operandi di alcuni esponenti della Curva sia di Inter che di Milan. Ma in cosa consisteva questo rapporto diretto?
I pm di Milano Paolo Storari e Sara Ombra nella richiesta di custodia cautelare scrivono anche che l'Inter "nella attualità, alternando atteggiamenti variabili tra agevolazione colposa e sudditanza, intrattiene (indirettamente) rapporti con la criminalità organizzata e con la criminalità da stadio, incapace di interrompere in maniera netta tali relazioni". Ma quindi con chi tenevano i rapporto i capi ultrà? Giocatori, dirigenti, allenatori e criminali. Insomma, un po' con tutti.
La chiamata di Nepi e Ferdico con Silva
Al centro delle indagini c'è anche l'intercettazione di una conversazione avvenuta all'interno di un'auto il 24 gennaio dello scorso anno: a bordo c'erano Mauro Nepi e Marco Ferdico, due capi ultrà interisti entrambi raggiunti da una misura cautelare due giorni fa, che parlavano al telefono, con Massimiliano Silva (non indagato), ovvero il dirigente dell'Inter addetto ai rapporti con la tifoseria. I primi due, con una chiamata, informavano il dirigente che sarebbero venuti alla "Pinetina", ovvero il centro ad Appiano Gentile (Como) dove si allena la squadra nerazzurra, per incontrare e avere un confronto con lo slovacco Milan Skriniar (non indagato), allora giocatore dell'Inter ora invece del Paris Saint Germain, in Francia.
Già da quella chiamata si capiva che lo scopo della trasferta nel Comasco dei due ultras era quello di incontrare il calciatore "per carpire informazioni da e su quest'ultimo e sulla reale possibilità che lo stesso lasciasse l'Inter al termine della stagione 2022-2023 per scadenza contrattuale" e l'allenatore Simone Inzaghi (non indagato).
Durante la chiamata Silva ha fermato la coppia perché "a me la Società ha detto che è meglio che non venite, nel senso che il discorso di venire ad Appiano anche perché ci sono le telecamere e robe varie, e poi mi ha detto che sarebbe meglio che vi incontriate in un altro posto". Specificando che era anche quello che pensava il direttore dell'Inter Giuseppe Marotta (non indagato), che avrebbe puntato a evitare l'attenzione mediatica.
La risposta di Ferdico è stata secca. I pm riportano che "nell'ambito di tale interlocuzione, Ferdico ha riferito a Silva di essere consapevole che, a suo giudizio, la società calcistica era contraria a che si perfezionasse l'incontro con il calciatore per evitare che uscisse la notizia che era stata proprio la Società a non voler rinnovare il contratto al giocatore slovacco".
L'incontro degli ultras della Curva Nord con Skriniar
L'incontro tra Nepi e Ferdico e il calciatore Milan Srkiniar è arrivato poco dopo in un bar in zona stadio "Meazza" a San Siro, scelto proprio dal giocatore. Stando a quanto spiegano i pubblici ministeri: "Dai commenti successivi all'incontro con il calciatore è emerso che entrambi gli ultras, avevano avuto la percezione che Srkiniar fosse inizialmente impaurito dalla loro presenza o comunque in generale dall'incontro, sostenendo di aver addirittura notato che gli ‘……….tremava la voce…..'".
Ferdico e Napi, in quanto rappresentanti della Curva Nord, lo hanno voluto incontrare per parlare di vicende di calciomercato: il calciatore infatti era (come è poi stato) a rischio di un mancato rinnovo del contratto. Gli ultrà volevano acquisire informazioni che sono di competenza della società calcistica e non del tifo organizzato. Ma secondo gli inquirenti dietro a questo incontro ci potrebbe essere altro: la Curva voleva lanciare un messaggio al Club, ovvero che il nuovo direttivo del tifo si sarebbe interessato anche ad altre vicende, come appunto quello del calciomercato.
I messaggi audio degli ultrà all'allenatore Simone Inzaghi
Sarebbe stato Nepi, sempre il 24 gennaio del 2023, a inviare un messaggio vocale all'allenatore Simone Inzaghi con lo scopo di fissare anche con lui un incontro. Nel primo audio il tifoso precisa che non potevano venire ad Appiano perché il direttore non voleva e "non vogliamo mettere in difficoltà nessuno", ma che volevano incontrare il mister per fare "una quadra". Inzaghi avrebbe risposto a Nepi dicendogli che stava aspettando un parente e che quindi non poteva incontrarli. Chiama però Mauro Nepi "Mauretto", chiudendo così infatti il messaggio "ti do un abbraccio grande Mauretto".
Nepi e Ferdico però non ci stanno a questa risposta e il primo gira poi al mister il seguente audio: "… ok mister noi avremmo bisogno di parlarti di persona quando hai tempo e va beh se…ovviamente la famiglia prima di tutto se aspetti tuo papà ci mancherebbe…se stasera per caso sei in giro per qualche cosa…anche solo un caffè al volo…per fare una quadra…volevamo solo parlarti 5 minuti ma nulla di che…nulla di preoccupante siamo…tanto siamo solo io e Marco siamo i responsabili delle curva quindi…non…intanto grazie per la coppa e complimenti per la coppa poi volevamo fare una considerazione con te… ci interessava sapere il tuo parere…tutto ci faccia sapere quando ci potremmo vedere… va bene grazie…anche…cioè possiamo anche evitare di…ti dico chiaro ho parlato con Max e Max mi ha detto…va bene vedetevi ma vedetevi non qua capito?…quindi non c'è problema…facci sapere tu per piacere sempre grazie ciao…". I tre non si sarebbero incontrati.
Il caso dei biglietti in più per la finale di Champions
I rapporti tra la tifoseria e la società avrebbero portato anche ad accordi sui biglietti delle partite. Tra le persone sentite dai pubblico ministero c'è anche il responsabile sicurezza prima squadra dell'Inter che ha spiegato: "La società si relaziona con gli ultras esclusivamente tramite lo Slo, come detto nella persona di Silva Massimiliano il quale, ha il compito di parlare con i tifosi, ed in particolar modo con Marco Ferdico, poiché adesso è lui il capo del direttivo della Curva, ed è sempre lui, Ferdico, che si occupa della richiesta numerica delle tessere o dei biglietti".
A precisarlo è anche il responsabile della biglietteria: "Da quattro anni (appena arrivato), ho ottenuto di eliminare tutti gli "omaggi" in termini di ingressi e da due stagioni anche quelli riservati ai cosiddetti "Alfieri" (coloro che portano le bandiere e gli striscioni), buona parte dei quali andavano alla Curva che li utilizzava per fare accesso allo stadio all'ingresso anticipato per il materiale e coreografie, senza dover utilizzare le tessere di abbonamento. Di fatto sono venuti meno circa 100 titoli gratuiti a disposizione della Curva".
Infine, con questa cosa "mi hanno riferito che la mia persona era divenuta piuttosto invisa alla Curva: non nascondo tale affermazione ha ingenerato in me una certa preoccupazione".
Per spiegare meglio la prepotenza che gli ultrà hanno nei confronti della società per chiedere biglietti, gli inquirenti citano la chiamata di Ferdico il 22 maggio 2023, ovvero venti giorni prima della finale di Champions tra Manchester City e Inter. Il capo ultrà ha aggredito al telefono il delegato ai rapporti con la tifoseria dell’Inter, disposta a consegnare agli ultrà solo 800 biglietti: "O ce ne danno duemila o ciao". La Curva è pronta così a minacciare uno il silenzio del tifo.