Tutti i dubbi sull’incendio nel grattacielo di Milano: dall’origine del rogo al rivestimento esterno
Di chi è la responsabilità dell'incendio che domenica 29 agosto ha distrutto la Torre dei Moro a Milano? E come ha avuto origine l'incendio? Il sistema antincendio, sempre che fosse funzionante, avrebbe potuto arginare la potenza di fuoco del rogo che in pochi minuti si è divorato l'edificio? Sono queste le principali domande a cui gli inquirenti devono ancora dare una risposta, considerando che i dettagli che emergono di giorno in giorno continuano a rimescolare le carte e porre nuovi dubbi.
I dubbi sul rogo: come ha avuto origine l'incendio?
Al momento, quasi tutti i quesiti non hanno una risposta. Inizialmente si pensava che il rogo avesse avuto origine da un appartamento al quindicesimo piano. Forse un malfunzionamento di un elettrodomestico oppure un cortocircuito. Ma nell'abitazione, come spiegato dal custode dell'edificio, la corrente elettrica era staccata da inizio giugno, in quanto il proprietario era andato in vacanza. I vigili del fuoco, quindi, hanno escluso che l'origine dell'incendio sia da identificare in quel bilocale.
Non ci sono poi ancora nemmeno le perizie di parte sul materiale utilizzato per il rivestimento del grattacielo, che un'analisi in laboratorio ha giudicato quale "altamente infiammabile", a differenza di quanto, a detta dei condomini, era stato comunicato loro, ovvero che fosse totalmente ignifugo. Infine, mancano ancora le verifiche sull'impianto antincendio, sulla relativa manutenzione e sugli eventuali benefici che avrebbe potuto portare contro un rogo scatenatosi all'esterno. Diversi inquilini hanno messo a verbale di non aver sentito alcun allarme suonare.
Che materiale è stato usato per il rivestimento esterno?
Il rivestimento è un altro punto su cui gli investigatori stanno indagando: appurato che le vele non erano ricoperte di Alucobond, con tanto di smentita della presunta azienda fornitrice, occorre stabilire se il materiale simile utilizzato e posato dalla Aza Corp di Fiorenzuola d'Arda, la cui sede è stata perquisita, fosse dichiaratamente plasticoso o spacciato per ignifugo. Gli inquirenti, a quel punto, dovranno chiarire se il materiale fosse conforme ai contratti siglati e se fosse tollerato dai regolamenti edilizi. L'inchiesta è ancora agli albori, tanto che per l'ipotesi di reato per cui è stata aperta, disastro colposo, non ci sono ancora indagati. L'unica notizia positiva è l'assenza di feriti e morti. Gli inquilini, parte dei quali ancora in ferie al momento dell'incendio, sono stati protetti dalla tromba delle scale che ha arginato fiamme e fumo, consentendogli una rapida discesa verso terra.
La Commissione tecnica: Il cappotto ha impedito propagazione fiamme
Con una nota inviata dal Commissione Tecnica di Cortexa, il progetto associativo che dal 2007 racchiude i principali produttori di Sistemi a Cappotto in Italia, "l’incendio che ha colpito la facciata del grattacielo di Milano noto come “Torre dei Moro” non è stato alimentato dal Sistema a Cappotto, né lo ha coinvolto. Le immagini mostrano come il Cappotto, presente sull’involucro esterno dell’edificio, sottostante alle “vele” esterne decorative che sono bruciate, abbia impedito la propagazione dell’incendio, giocando un ruolo centrale nella protezione della facciata.” affermano gli esperti di Cortexa. “In attesa degli esiti delle indagini ufficiali, che potranno appurare quanto realmente accaduto, possiamo ipotizzare che se sulle pareti esterne del grattacielo non fosse stato presente il Cappotto, l’epilogo sarebbe stato diverso”.
Gli inquilini: Salvini si faccia portavoce dei nostri problemi a Roma
Proprio loro, comunque, per quanto fortunati ad essere ancora vivi, hanno perso tutto. Come ha detto Mahmood, residente anch'egli nel grattacielo, non tutti possono permettersi di riniziare daccapo come se nulla fosse. Per questo motivo, è stato dato il via a una raccolta fondi per aiutare chi più ha bisogno. Lo stesso sindaco di Milano Beppe Sala ha offerto supporto in nome della città, mentre la vice presidente della Lombardia Letizia Moratti ha comunicato che la Regione metterà a disposizione un supporto psicologico.
Nel frattempo, gli inquilini della Torre dei Moro provano a muoversi anche in direzione del governo di Mario Draghi. Dopo un incontro andato in scena con il leader della Lega Matteo Salvini, il rappresentante degli sfollati ha detto di aver chiesto al capo del Carroccio "di farsi portavoce" dei disagi che stanno vivendo, pur contenti del supporto di città e regione. "Ci sono alcuni temi che erano emersi anche nel corso dell'incontro con il sindaco che esulano dalla competenze del Comune, come l'esenzione Irpef, l'estensione del bonus 110 per cento. Sono tutti elementi di cui abbiamo bisogno e abbiamo chiesto al senatore Salvini di farsi portavoce di questo", ha detto il portavoce.