video suggerito
video suggerito
La mantide di Parabiago

Tutti gli uomini della mantide di Parabiago: chi sono i complici dell’omicidio di Fabio Ravasio

L’ex marito e gli amanti, il genero e i “pali” ingannati con riti magici e promesse di denaro: ecco il cerchio criminale che faceva capo a Adilma Pereira Carneiro, 49enne di Parabiago (Milano) che avrebbe architettato l’omicidio del compagno Fabio Ravasio, 52 anni, inscenando un finto incidente stradale.
A cura di Francesca Del Boca
30 CONDIVISIONI
Immagine
Attiva le notifiche per ricevere gli aggiornamenti su

Si allarga sempre più il gruppo di complici che fa capo ad Adilma Pereira Carneiro, 49enne di origini brasiliane che per la Procura avrebbe architettato l'omicidio del compagno Fabio Ravasio, commerciante 52enne di Parabiago (Milano), orchestrando un finto incidente stradale. Otto soggetti arrestati e altri sospettati (tra cui un vigile urbano). Otto uomini in un mix di parenti, amanti clandestini o amici soggiogati da sesso, promesse di ricchezza o addirittura da veri e propri incantesimi di magia nera della religione candomblè.

Il figlio e l'ex marito a bordo della Opel Corsa

A bordo della Opel Corsa che, lanciata a gran velocità, lo scorso 9 agosto non ha lasciato scampo a Fabio Ravasio, c'erano infatti il figlio primogenito Igor Benedito, 26 anni, e l'ex marito Marcello Trifone (da cui la donna non si era mai però legalmente separata, nonostante convivesse da una decina d'anni con il nuovo compagno), 51enne di Magenta.

I due sono il braccio armato della banda. "Diciamo che è stato Igor, si fa un po' di comunità e poi esce fuori", le parole della mantide, intercettata dagli inquirenti. "Tu avevi i guanti?”, chiede poi all'ex marito, imprenditore poi travolto da un grande crac finanziario. Lui risponde: “Guidava Igor, i guanti li aveva lui”. Lei incalza: “Ma la porta del passeggero l’hai toccata?”. Risposta: “Sì, ma sai quante volte sono salito su quella macchina lì?". Per i carabinieri, Trifone è “un uomo senza alcuna propria dimensione, completamente in balìa della donna” .“C’è tutto un controllo in corso e tu mi mandi i messaggi d’amore! Ma io non so…”, si arrabbia lei in un messaggio.

L'amante ufficiale

Per chi indaga, Adilma Pereira Carneiro avrebbe convinto i complici a uccidere il partner in modo "brutale, freddo, calcolato", sapendo di lasciare orfani i due figli gemelli che aveva avuto con Fabio Ravasio. Tra di loro c'è anche Massimo Ferretti, ritenuto il "regista" delle comunicazioni nel piano diabolico: il 47enne di Legnano, titolare di un bar, è l’amante con cui la mantide “condivide “incontri di sesso presso i motel”. Per il gip è talmente succube della donna da “assecondarla persino in questa discesa agli inferi”.

Immagine

Il meccanico, il genero e l'attore

Ma non solo. Nel giro criminale sono presenti anche il fidanzato della figlia Fabio Lavezzo e il "palo" Mirko Piazza, che avrebbero preso parte alle operazioni di occultamento dell'auto pirata col parabrezza sfondato e la targa contraffatta: verrà poi ritrovata in un garage, coperta da un muro di mobili antichi. Così come il meccanico 40enne che avrebbe sistemato di nascosto l'Opel Corsa dopo l'incidente del 9 agosto. Fabio Oliva, proprietario della carrozzeria Rusty Garage, secondo quanto emerso dalle indagini avrebbe avuto una relazione di sesso con la mantide. Incontri sporadici, e un legame che si era rinsaldato con il proposito criminoso di eliminare il compagno della donna.

La mantide attrae a sé i suoi complici reclutandoli con promesse di denaro e appartamenti di proprietà, una volta entrata in possesso dell'eredità (si parla di circa 3 milioni di euro tra case, attività e soldi in banca), e con riti di magia nera. Gli stessi che hanno fatto leva su "Blanco", al secolo Mohamed Dhaibi, l'attore del clan omicida: il 45enne, disoccupato, spaventato dai poteri sciamanici della donna e attirato dalla prospettiva di un appartamento di proprietà, aveva il compito di fingere un malore prima del passaggio di Fabio Ravasio in via Vela, distraendo così i tanti automobilisti di passaggio e possibili testimoni.

I sospetti su un vigile urbano

La cerchia, però, sembra non finire qui. Chi indaga sospetta infatti il coinvolgimento di più persone, tra cui un vigile urbano vicino ad Adilma Pereira Carneiro: l'uomo avrebbe avvertito "Adi" del fatto che le telecamere intorno a via Vela non sarebbero state funzionanti. “Ci aveva detto che le telecamere del ponticello dove avrebbe dovuto mettersi Blanco non funzionavano. Non so chi glielo avesse detto”, ha rivelato uno dei complici. Come faceva la mantide a essere a conoscenza con tanta precisione degli occhi elettronici fuori uso? È stato l'agente di polizia locale amico, a cui la mantide aveva addirittura prestato la casa di Mentone in Costa Azzurra (ereditata da un marito morto in circostanze sospette) nel periodo in cui si stava separando dalla moglie?

30 CONDIVISIONI
24 contenuti su questa storia
autopromo immagine
Più che un giornale
Il media che racconta il tempo in cui viviamo con occhi moderni
api url views