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Turisti lombardi in viaggio in Israele e scoppia la guerra: “Quando suona l’allarme ci rifugiamo nel bunker”

Decine di pellegrini e turisti lombardi si trovavano in Israele quando è scoppiata la guerra: “Negli hotel quando sentiamo l’allarme bomba andiamo nei bunker, ma stiamo tutti bene”.
A cura di Giorgia Venturini
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Sono decine i lombardi che in questi giorni si trovavano in Israele per una vacanza. Durante la loro permanenza è scoppiata la guerra: nessuno di loro è rimasto ferito, a breve ritorneranno tutti a casa. Tra i turisti ci sono anche decine di parrocchiani di Capriolo, in provincia di Brescia, arrivati in Israele per un pellegrinaggio. Ora fanno sapere che si sono spostati verso Nord dove raggiungeranno Betlemme prima di tornare a casa.

La testimonianza di turisti bresciani in Israele

A Tel Aviv invece si trovano due coppie di Capriano, paese sempre del Bresciano, che avevano deciso di prolungare la loro vacanza in Israele quando poi sono scoppiate le prime bombe. Come riporta Il Giornale di Brescia, le coppie hanno fatto sapere "quando è suonato più volte l'allarme bomba ci siamo rifugiati nel bunker dell'albergo per motivi di sicurezza. Qui c'erano altre persone, tutti turisti da più parti del mondo che si sono trovati in Israele allo scoppio della guerra". Entrambe la coppie avevano un aereo di ritorno prenotato per sabato ma il volo è stato annullato. Oggi lunedì 9 ottobre dovrebbero riuscire a salire su un altro aereo e tornare a casa.

Le due coppie hanno poi spiegato: "Qui si respira un clima da lockdown. Dal nostro albergo vediamo le spiagge deserte e tutte sorvegliate. In albergo non ci hanno detto di rimanere chiusi, ma comunque non bisogna allontanarsi troppo". Poi però assicurano: "Se non fosse per le forze di polizia schierate ovunque e per le telefonate allarmate ricevute dalle nostre famiglie in Italia, noi qui non ci saremmo resi conto di nulla. Per ora non abbiamo paura".

Anche pellegrini pavesi a Gerusalemme

Un altro gruppo di pellegrini di Rivanazzano, nel pavese, si trovano nella zona di Gerusalemme: anche loro hanno subito tenuto a precisare ai loro famigliari che stanno tutti bene. In Terra Santa sono arrivati la scorsa settimana e il rientro a casa è previsto per venerdì prossimo. Il sacerdote ha fatto sapere che non sono coinvolti nei territori della guerra.

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