Truffa sul reddito di cittadinanza a Milano e Monza: tre arresti, complice una dipendente delle Poste
Nuove truffe che riguardano il reddito di cittadinanza in Lombardia, dopo le grosse operazioni delle scorse settimane. Dalle prime luci dell’alba di oggi, giovedì 2 dicembre 2021, nelle province di Milano e Monza Brianza, un’operazione dei carabinieri di Brescia ha permesso la custodia cautelare, emesso dal giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Milano, due in carcere e una ai domiciliari, nei confronti di tre persone. Gli indagati, un uomo e una donna comunitari cittadini di 26 e 27 anni, e una donna italiana di 48, sono accusati a vario titolo di corruzione, falso, truffa aggravata per il conseguimento di erogazioni pubbliche, indebita percezione del reddito di cittadinanza. A quanto appreso l’importo sottratto allo Stato con la truffa messa in campo dagli arrestati, nel giro di soli sette mesi, si aggira intorno ai 19mila euro, con 16 carte false per ricevere il sostegno. La donna di 48anni è una dipendente di un ufficio postale del Milanese diventata complice della truffa.
Il meccanismo della truffa con i documenti falsi
Il reddito di cittadinanza veniva chiesto per i connazionali della coppia arrestata che erano però del tutto inconsapevoli della richiesta della misura di sostegno con i loro dati. Del resto, non avevano nemmeno i requisiti. Per riscuotere le somme, i due corrompevano sistematicamente la 48enne italiana, destinataria invece della custodia cautelare agli arresti domiciliari, che, operatrice di uno sportello di un ufficio postale del milanese, riceveva dagli stessi denaro o regali come t-shirt, profumi e prodotti alimentari. La donna chiudeva così un occhio in merito alle attestazioni di soggiorno permanente – per conto dei futuri intestatari del beneficio – visibilmente contraffatte, attestando comunque la regolarità. Le contraffazioni si servivano di timbri e firme falsi, riconducibili all’Ufficio Anagrafe del Comune di Milano ed a dipendenti del Comune di Milano realmente esistenti e del tutto ignari. La dipendente dell’ufficio postale inoltre, in accordo con gli altri truffatori, usava occasionalmente un collega impiegato nello stesso ufficio, deferito in stato di libertà.
Le indagini partite da degli arresti precedenti
Le indagini sono state avviate dai militari della Compagnia Carabinieri di Brescia in seguito all’analisi del contenuto degli smartphone dei due conviventi, nell’ambito di altra attività investigativa – che si era conclusa con il fermo di tre persone nel novembre 2020 – che li aveva visti coinvolti a vario titolo nel reclutamento di giovani lavoratori stranieri, anche minorenni, che venivano poi costretti a lavorare incessantemente senza retribuzione, sotto minaccia e violenza fisica, in un terreno agricolo occupato abusivamente nella zona industriale di Usmate Velate, in provincia di Monza. Reclutavano i giovani in attività di raccolta, smaltimento e recupero per la rivendita di pallet.
Le ultime truffe sul reddito di cittadinanza a Monza
Solo nella giornata di ieri cinque persone erano state denunciate per aver chiesto e percepito ingiustamente il reddito di cittadinanza: tra i denunciati figurava anche la moglie di un dipendente dell’Inps e una famiglia che è risultata poi da controlli più approfonditi possedere 13 auto. Settimana scorsa, sempre a Monza erano state denunciate 65 persone che percepivano indebitamente la misura di sostegno senza averne diritto, tra questi anche diversi condannati per reati di vario genere tra cui anche un cittadino brianzolo condannato in via definitiva per associazione di stampo mafioso. A metà novembre cinque donne di origine romena erano state denunciate per truffa aggravata perché, attraverso dei documenti falsi, avevano ricevuto, sempre senza averne diritto, il reddito di cittadinanza.