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Truffa su fondi Covid, latitante nascosto in una sauna-bunker: tra le sue vittime anche Irene Pivetti

Il 55enne Paolo Vincenzo Malvini era a capo di un’organizzazione criminale specializzata nella truffa dei fondi Covid: era latitante da mesi, è stato trovato in un bunker nell’hinterland milanese.
A cura di Giorgia Venturini
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La Guardia di Finanza di Asti lo stava cercando da giorni, da quando un'indagine aveva svelato la truffa da venti milioni di euro sui fondi Covid e che già nelle scorse settimane aveva portato all'arresto di una decina di persone. In questi arresti però mancava il capo dell'organizzazione criminale che era riuscito a sfuggire in un primo momento ai militari. A loro però si è arreso nelle ultime ore quando le Fiamme Gialle lo hanno trovato all'interno di un seminterrato a cui si poteva accedere da una sauna attraverso un meccanismo abilmente occultato e azionabile solo dall'interno. Il bunker si trova in un paese dell'hinterland di Milano: quando ci sono entrati i finanzieri hanno trovato il 55enne Paolo Vincenzo Malvini. Così ora anche per lui sono scattate le manette.

Il bunker dove il latitante si nascondeva

Dopo le manette i militari hanno perquisito il bunker: si tratta di un piccolo locale di circa 10 metri quadrati in cui l'uomo aveva allestito anche una sorta di laboratorio per la produzione di documenti di identità e fideiussioni fiscali. Dalle indagini Malvini è emerso essere il "direttore", nonché "regista" di una vera e propria associazione per delinquere. Un uomo insomma giudicato anche dagli inquirenti avere "indiscutibili doti di falsario".

Le indagini della Guardia di Finanza

Le Fiamme Gialle lo scorso mese avevano smantellato l'organizzazione criminale attiva in Piemonte, Lombardia, Lazio e Sardegna: i suoi membri, attraverso false identità, ottenevano finanziamenti come "fondo garanzia Covid" e prestiti bancari. Una truffa da più di 20 milioni di euro. L'organizzazione agiva servendosi di un meccanismo complicato fatto di documenti falsi, persone inesistenti, società create ad hoc e bilanci gonfiati. La banda è accusata di aver truffato anche la società dell'ex presidente della Camera Irene Pivetti, sull'acquisto di una grossa partita di mascherine. Allora le persone arrestate erano dieci, otto in carcere e due ai domiciliari, su disposizione del Gip del Tribunale di Asti, da dove è partita l'operazione ‘Warranty', com'è stata ribattezzata. Oltre agli arresti furono sequestrati conti correnti, imbarcazioni di lusso, immobili e società. E ora in carcere è finito anche il latitante a capo della banda.

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