Truffa del finto Crosetto, raggirate le famiglie Caprotti, Beretta e Moratti: denuncia anche Tronchetti Provera
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Anche Marco Tronchetti Provera ha sporto denuncia nell’ambito dell’inchiesta sulla truffa a nome del finto Crosetto. La sua querela, formalizzata in questi giorni, si aggiunge a quelle delle più note famiglie imprenditoriali d'Italia come i Caprotti (Esselunga), i Del Vecchio (Luxottica), gli Aleotti (farmaceutica Menarini), i Beretta (proprietari della multinazionale produttrice di armi) e Massimo Moratti: quest'ultimo, che ha pagato poco meno di un milione di euro con due bonifici su un conto di Hong Kong, è di fatto l'unica vittima accertata tra i vip contattati dai professionisti del raggiro. "Sembrava tutto vero", ha dichiarato l'ex presidente dell'Inter.
![Massimo Moratti](https://staticfanpage.akamaized.net/wp-content/uploads/sites/29/2025/02/massimo-moratti.jpg)
Il modus operandi era lo stesso per tutti: le vittime prescelte venivano contattate al telefono dal finto esponente del governo Meloni, che chiedeva loro importanti somme di denaro per urgentissime "questioni di sicurezza nazionale" come la liberazione di giornalisti italiani imprigionati in Medio Oriente e in America Latina."Buongiorno, sono Guido Crosetto. La Repubblica italiana chiede un suo aiuto e le sarà riconoscente", si presentavano i truffatori al telefono, spacciandosi per il ministro della Difesa (verosimilmente con l'ausilio di un software per riprodurre la sua voce) o per gli assistenti del suo staff. E la Banca d'Italia – assicuravano i truffatori – si sarebbe naturalmente premurata di restituire le somme dovute, non appena l'emergenza fosse rientrata.
Ma non sembra essere finito qui l'elenco dei danarosi contattati dalla banda criminale. Con l'avanzare dell’inchiesta del procuratore capo di Milano Marcello Viola e il pm Giovanni Tarzia, che coordinano il lavoro del nucleo investigativo dei carabinieri, spuntano infatti anche i nomi dei big della moda milanese Patrizio Bertelli (Prada) e Giorgio Armani. Per questo lo stesso ministro Crosetto è intervenuto pubblicamente sulla vicenda, pubblicando un post su X. "Preferisco rendere pubblici i fatti affinché nessuno corra il rischio di cadere nella trappola", sono state le sue parole.