Truffa del finto Crosetto: i due indagati hanno precedenti penali, si cercano complici italiani
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Sono due stranieri tra i 50 e i 60 anni gli indagati nell'inchiesta per la truffa a nome del ministro della Difesa Guido Crosetto. Uno dei due, in particolare, risulta già noto alle forze dell'ordine per fatti di droga, da verificare anche se per narcotraffico. Anche l'altro avrebbe precedenti più lievi. Sono loro gli intestatari dei conti olandesi bloccati sui quali sono stati trovati i soldi di Massimo Moratti, quasi un milione di euro. C'è però ancora da capire se siano semplici prestanome per altri soggetti che avrebbero ideato la truffa. La Procura di Milano, infatti, ritiene che il raggiro possa essere stato coordinato da una rete di più italiani.
Il modus operandi era sempre lo stesso: chiamare importanti imprenditori italiani da un numero con prefisso romano e, fingendosi staff di Crosetto, chiedere grandi somme denaro da utilizzare per pagare il riscatto di fantomatici giornalisti rapiti. Massimo Moratti è stato una delle vittime del raggiro: all'ex patron dell'Inter i truffatori avrebbero chiesto, come sforzo a favore della Repubblica Italiana, il versamento di quasi un milione di euro per liberare ostaggi italiani in Medio Oriente, con la promessa che i soldi gli sarebbero stati poi restituiti da Bankitalia.
Ma la lista dei big che i truffatori hanno tentato di derubare è lunga: Marco Tronchetti Provera, Diego Della Valle, Patrizio Bertelli, Gaetano Caltagirone, Giorgio Armani, le famiglie Del Vecchio, Beretta, Aleotti e Caprotti. Le chiamate a Moratti da parte dei malintenzionati sarebbero andate avanti anche durante la sua denuncia, cosa che avrebbe permesso agli inquirenti di acquisire la registrazione di una di queste telefonate, inserita tra gli atti d'indagine.
Gli inquirenti stanno ora aspettando l'arrivo degli atti della rogatoria dall'Olanda che, insieme a un'operazione coordinata tra le banche centrali, ha permesso di trovare e bloccare i 980mila euro versati da Moratti.