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Truffa del ‘Black money scam’ a ristoratore in crisi: 40mila euro per kit per falsificare banconote

Due uomini sono stati denunciati per una tentata truffa ai danni di un ristoratore. I malviventi avevano tentato di vendere per 40mila euro una sorta di kit per creare banconote false, il cosiddetto metodo del ‘Black money scam’. La vittima è un italiano di 32 anni che, a causa delle difficoltà economiche provocate dall’attuale emergenza sanitaria, aveva deciso di mettere in vendita il proprio ristorante.
A cura di Simone Gorla
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Hanno cercato di truffare un ristoratore in crisi, che aveva messo in vendita la sua attività a causa delle difficoltà economiche provocate dall'emergenza sanitari, cercando di vendergli per 40mila euro un kit per "moltiplicare" le banconote. I carabinieri della stazione Milano Rogoredo e del nucleo operativo della compagnia Milano Porta Monforte hanno denunciato in stato di libertà, per il reato di tentata truffa in concorso, due cittadini camerunensi di 45 e 27 anni, il primo dei quali con precedenti per reati contro il patrimonio.

La vittima del tentato raggiro, noto agli inquirenti e denominato "black money scam", è un ristoratore italiano di 32 anni che, nei primi giorni di novembre, aveva pubblicato online un annuncio per la vendita del suo ristorante. Dopo qualche giorno, era stato contattato da un potenziale acquirente e aveva preso appuntamento presso il suo locale. All’incontro si sono presentati due uomini distinti e ben vestiti, che si spacciavano come investitori immobiliari originari del Congo. Ma l'affare proposto era di tutt'altro genere. I due malviventi hanno estratto da un trolley una cassaforte, contenente numerosi fogli di carta nera, della dimensione tipica delle banconote da 100 euro, oltre a una serie di coloranti e prodotti chimici che – a loro dire – gli avrebbero permesso di trasformare quelle finte matrici in banconote vere.

Hanno quindi messo in atto un "dimostrazione pratica" durante la quale, ponendo una banconota autentica tra due fogli neri e utilizzando particolari solventi, gli hanno fatto credere di essere riusciti a trasferire i colori della cartamoneta sui doppioni scannerizzati. “Miracolo” compiuto: da una banconota se ne ottengono tre.

La truffa, come detto, è ben nota agli investigatori. In realtà i truffatori prendono una banconota vera, la trattano con sostanze chimiche, la pressano assieme a 2 matrici (semplici fotocopie in bianco e nero) e, approfittando di un momento di distrazione della vittima, sostituiscono i fogli neri con due banconote vere. Il raggiro si conclude poi con la vendita delle matrici e delle sostanze chimiche dietro pagamento di un’ingente somma di denaro. In questo caso al ristoratore sono stati chiesti 40.000 euro in contanti.

La vittima del raggiro, però, a quel punto si è insospettiva e ha chiamato i carabinieri. Compreso il tentativo di truffa in atto, i militari si sono presentati all’appuntamento fissato per concludere l’accordo, bloccando i malfattori. Si indaga ora per capire se altre truffe di questo tipo sono andate a segno in passato. L’indagine è coordinata dal pubblico ministero Luca Gaglio.

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