Trovato l’ultimo dei tre giovani che hanno teso il cavo d’acciaio: i genitori hanno chiamato i Carabinieri
Il cerchio si è finalmente stretto intorno ai tre giovani che la notte del 4 gennaio hanno teso un grosso cavo d'acciaio tra le corsie di viale Toscana a Milano. È stato trovato dai Carabinieri anche il terzo responsabile del folle gioco, che solo grazie alla tempestiva segnalazione di un residente non si è trasformato in una trappola mortale per automobilisti e motociclisti di passaggio. Si tratta di un minorenne attualmente ricoverato nel reparto di Psichiatria dell'ospedale Niguarda per "condizioni precarie": a consegnarlo sono stati gli stessi genitori, che dopo la confessione del figlio hanno immediatamente telefonato ai Carabinieri.
Insieme ai due complici (Alex Baiocco, arrestato poco dopo il fatto, e Michele Di Rosa, recentemente costituitosi e ora in attesa della convalida del fermo per blocco stradale), rischia ora intorno ai 10 anni di carcere per blocco stradale aggravato dopo la caduta (per Baiocco) dell'ipotesi di strage e attentato alla sicurezza dei trasporti – anche se nei suoi confronti, per il momento, non sono ancora stati presi provvedimenti.
Secondo quanto ricostruito finora dalle indagini, i tre ragazzi avrebbero preso la bobina di un cavo d'acciaio da un cantiere di via Ripamonti e lo hanno teso da un lato della carreggiata all'altro. "Eravamo ubriachi", ha dichiarato Baiocco durante l'interrogatorio di convalida del fermo davanti al gip, "a qualcuno è venuta questa idea stupida di legare la corda da un lato all'altro della strada. Volevamo solo capire quanto fosse lungo il cavo".
Nel filo d'acciaio, fortunatamente, è incappata solo una Fiat Panda di passaggio, che ha riportato seri danni alla carrozzeria. "Ma poteva essere una strage. Era una ghigliottina ad altezza uomo", il racconto di Nicola Ricciardelli, 26enne residente in viale Toscana e testimone della scena. "I tre ridevano, si sono allontanati sghignazzando. Quando la macchina ha preso il cavo sono sbucati nuovamente fuori, dicevano: Zio, hai visto che botto?".