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Trovati tre cervi decapitati, i corpi abbandonati in un campo: “Hanno preso solo le teste come trofeo”

Tre cervi sono stati ritrovati decapitati nei campi della Vachiavenna. Ancora ignoti i responsabili del gesto. Parole di sdegno e condanna sono arrivate da parte delle associazioni dei cacciatori e dagli animalisti.
A cura di Fabio Pellaco
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Immagine di repertorio
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I resti di tre cervi sono stati rinvenuti a Prestone, frazione del comune di Campodolcino, in provincia di Sondrio. Gli animali sono stati rinvenuti decapitati in Valchiavenna in un'area dove è vietata la caccia. Sono in corso gli accertamenti per risalire agli autori del gesto.

Ritrovati tre cervi decapitati in Valchiavenna

A fare la sconcertante scoperta sono stati alcuni passanti che hanno trovato le carcasse degli animali nei campi della frazione. I terreni in questione sono compresi in una zona protetta dove è vietata l'attività venatoria. Il fatto è accaduto nei pressi di una zona abitata e ben visibile dalla strada statale 36 del Lago di Como e dello Spluga.

Al momento non è stato ancora possibile risalire agli autori del fatto. Secondo le prime ipotesi circolate, gli animali sarebbero stati uccisi a colpi di fucile e successivamente decapitati per esibirli come trofeo. Dopodiché sono stati coperti in modo approssimativo e abbandonati nei campi. Non è chiaro se i responsabili siano cacciatori ancora in attività o persone che detengono armi in casa nonostante non possano più praticare.

Le reazioni di cacciatori e ambientalisti

L'accaduto è stato stigmatizzato da più parti, come riportato da La Provincia di Sondrio. Il presidente della Comunità montana della Valchiavenna, Davide Trussoni, ha definito "deficienti" gli autori del gesto. I comitati dei cacciatori esprimono il timore che questi fatti possano mettere in cattiva luce tutta la categoria. Il presidente del Comitato Caccia della Valchiavenna, Luigi Galperti, ha condannato fortemente l'accaduto: "riteniamo questi episodi al di fuori dell'etica del mondo venatorio. Non è possibile nel 2023 fare certi gesti, non definibili certo solo come deplorevoli".

Il 15 ottobre, l'Associazione Italiana Difesa Animali ed Ambiente ha presentato un esposto alla Procura della Repubblica di Sondrio per denunciare l'accaduto chiedendo che si indaghi per risalire ai responsabili. "Secondo la ricostruzione avvallata dalle stesse organizzazioni dei cacciatori e dalle autorità locali – si legge nella lettera firmata dal presidente nazionale Lorenzo Croce – si tratta dell'opera di bracconieri o di cacciatori o ex cacciatori che detengono ancora le armi e non possono più operare nella qualità di cacciatori e che si sarebbero quindi dati al bracconaggio".

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