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Trovata senza vita nel fiume Serio, la sorella di Sanae Lahbil: “Aveva trovato lavoro, voleva riprendere i figli”

Domanica 6 aprile Sanae Lahbil è stata trovata senza vita nel fiume Serio, nei pressi di Alzano Lombardo (Bergamo). Il racconto della sorella che ha ricevuto l’ultimo sms il giorno prima della morte.
A cura di Giulia Ghirardi
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Foto di repertorio
Foto di repertorio

"Aveva trovato lavoro in una pasticceria. Voleva cercare una casa per poter finalmente riprendere i figli con sé". A parlare è la sorella di Sanae Lahbil, la 44enne che domenica 6 aprile è stata trovata senza vita nel fiume Serio, nei pressi di Alzano Lombardo, in provincia di Bergamo, la cui morte rimane ancora un mistero.

Secondo quanto testimoniato da un amico di Lahbil che abita a Villa di Serio, poco lontano dal luogo del ritrovamento del cadavere, la notte di mercoledì 2 aprile la donna si sarebbe recata presso l'abitazione nella quale l'uomo vive insieme alla compagna, al padre che ha perso la casa, e a un amico di nome Antonio. "Saranno state le 2.30. Ha detto di essere arrivata in taxi, ma non so se è vero. Se ci ha avvisati? No, lei non avvisava, arrivava e basta", aveva raccontato a riguardo l'uomo.

La 44enne avrebbe quindi trascorso la nottata tra mercoledì 2 e giovedì 3 aprile dall'amico prima di uscire la mattina seguente. "Era agitata", ha continuato a raccontare l'uomo. "Al mattino è uscita con Antonio, non so dire a che ora perché io dormivo ancora. Ma a un certo punto Antonio mi chiama e mi dice: ‘non ce la faccio più, la lascio lì'" cioè "in riva al fiume, con il pusher. In quella zona gira di tutto". Secondo quanto appreso, sembra, infatti, che Lahbil avesse precedenti di polizia legati a sostanze stupefacenti, oltre che a problemi con alcol e droga.

La donna è stata poi trovata senza vita dai Carabinieri del Nucleo Investigativo lungo il greto del fiume Serio all’altezza di via Guglielmo d’Alzano, nei pressi del ponte della strada provinciale 35 che collega Alzano Lombardo a Ranica, su segnalazione di un passante. Non si sa ancora in quali circostanze sia avvenuta la morte della donna, se possa essere legata a un'overdose o se possano essere state coinvolte anche altre persone. Il medico Luca Tajana, che ha effettuato l'autopsia, ha datato la morte della donna a 48 ore prima del ritrovamento, cioè in un lasso di tempo compatibile con la notte tra giovedì 3 e venerdì 4 aprile.

L’ultimo messaggio di Lahbil risale, però, a mercoledì, il 2 aprile. "Diceva: ti voglio bene", racconta la sorella della donna che non crede possa essersi trattato di un gesto estremo. "Aveva trovato lavoro in una pasticceria. Voleva cercare una casa per poter finalmente riprendere i figli con sé", ha raccontato ancora la sorella. "Ha incontrato gli uomini sbagliati che l'hanno trascinata nell'inferno della droga".

Dall'autopsia, però, non sarebbero emersi segni riconducibili a una morte violenta. La donna è stata ritrovata con addosso solo la biancheria intima e una canottiera arrotolata fino alle ascelle. Il suo giubbotto e il portafoglio sono stati, invece, trovati sulla riva del fiume, dal lato di Villa di Serio. Al momento sta indagando la Procura di Bergamo che ha aperto un fascicolo per omicidio.

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