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“Troppi minori reclusi per errore nei centri per il rimpatrio”: la denuncia dei consiglieri comunali di Milano

Il presidente e vice presidente della Sottocommissione Carceri di Milano hanno fatto un sopralluogo al centro di permanenza per i rimpatri di via Corelli a Milano per verificare le condizioni del centro e la sua utilità: “Un fallimento completo”.
A cura di Giorgia Venturini
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Immagine di repertorio
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Nella mattinata di oggi venerdì 7 aprile Daniele Nahum e Alessandro Giungi, rispettivamente presidente e vice presidente della Sottocommissione Carceri di Milano, hanno fatto un sopralluogo al centro di permanenza per i rimpatri di via Corelli a Milano. Insieme ai membri della commissione c'erano altri quattro componenti del Consiglio comunale sia di maggioranza che di minoranza. L'obiettivo era quello di verificare le condizioni del centro e la sua utilità. E alla fine Daniele Nahum ha precisato: "Abbiamo toccato con mano la totale inutilità dei CPR e il fallimento completo della legge Bossi-Fini".

Le condizioni del centro per il rimpatrio di Milano

In una nota i consiglieri hanno spiegato quello che hanno visto durante la loro visita: "Nel centro attualmente si trovano 28 persone detenute in via amministrativa. Due delle tre sezioni sono chiuse per lavori di sistemazione, a seguito di due recenti proteste che le hanno rese inagibili".

Al centro delle loro considerazione ci sono i minori che vengono accompagnanti del centro in attesa di essere rimpatriati: "Siamo stati informati – denunciano i consiglieri – che è già successo in diverse occasioni che minorenni siano stati portati al CPR e poi solo a seguito di un esame radiologico portati in altra struttura. Questo passaggio in un CPR da parte di minorenni è qualcosa di ovviamente inaccettabile e che deve essere in tutti i modi evitato".

Il presidente e vicepresidente in una nota hanno sottolineato come non mancano casi di autolesionismo: in un anno ci sono almeno una decina di casi di tentati suicidi. "Vi è poi – continua la nota – una altissima presenza di persone detenute che dichiarano di avere problemi psicologici e psichiatrici, assolutamente aggravati dalla permanenza all'interno di un CPR".

"L'inutilità del centro"

La denuncia si concentra contro il sistema di espulsione: "È sconcertante come alcune delle persone ristrette al CPR abbiano passato diversi anni in carcere senza che venisse attivato l'iter dell'espulsione: se non si è proceduto all'espulsione dopo anni di carcere, come si pensa che ai possa farlo tramite la permanenza al CPR? All'interno della struttura vi sono anche persone residenti in Italia da 20 anni e che si vorrebbe rimandare in Paesi in cui non hanno più alcun legame e di cui, magari, neppure parlano la lingua". Per il gruppo di consiglieri non vi è dubbio della "totale inutilità del centro di via Corelli a Milano".

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