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Tre proiettili, ma nessun messaggio: si indaga sulle minacce al presidente della comunità ebraica

Walker Meghnagi, presidente della comunità ebraica milanese, ha trovato una busta con tre proiettili, ma senza alcun messaggio. La Procura di Milano ha aperto un’indagine a carico di ignoti. Al momento esclusa l’ipotesi antisemita.
A cura di Enrico Spaccini
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Walker Meghnagi (foto da Facebook)
Walker Meghnagi (foto da Facebook)

Tre proiettili. Senza un messaggio, una lettera, neanche una firma. In quella busta bianca che Walker Meghnagi, presidente della comunità ebraica milanese, ha trovato sul parabrezza della sua auto c'erano solo tre proiettili. Quel martedì 10 maggio aveva parcheggiato la sua utilitaria nera a poco più di 200 metri da casa. Per la denuncia, Meghnagi ha deciso di attendere qualche giorno, fino al pomeriggio di lunedì 16 maggio. Ora la Procura di Milano ha aperto un'indagine a carico di ignoti per minacce aggravate e detenzione illegale di munizioni.

Si escludono motivazioni antisemite

Sul caso sta indagando la Digos e si stanno ricercando tracce di Dna o qualche impronta digitale sulla busta. In questa prima fase, si escludono le motivazioni antisemite. Anzi, potrebbe essere un gesto arrivato dall'interno della comunità da parte di uno "sconsiderato" che non si rende conto della gravità di quanto ha fatto. La comunità ebraica milanese, infatti, arriva da un periodo di forte tensione interna causate dalla lettera che lo stesso Meghnagi aveva spedito a Ignazio La Russa e Giorgia Meloni.

La lettera di Walker Meghnagi

Walker Meghnagi aveva scritto ai due fondatori di Fratelli d'Italia di non poter partecipare alla conferenza milanese del partito del 29 aprile, alla quale era stato invitato come ospite. "Seguo con attenzione l’evoluzione della destra politica italiana che mai ha mancato di schierarsi con Israele in politica estera e che è in prima fila nella condanna dell’olocausto e delle orrende leggi razziali", recitava il messaggio letto davanti a tutti i presenti da La Russa. Come giustificazione Meghnagi disse che si trattava di una comunicazione strettamente personale e che non doveva essere resa pubblica. Tuttavia, la comunità ebraica ha fatto notare come quello scritto non fosse stato condiviso dall'assemblea, come "da prassi". In pochi giorni, i consiglieri di opposizione della comunità si sono dimessi in massa chiedendo a Meghnagi di fare lo stesso.

I messaggi di solidarietà

Il segretario regionale del Partito democratico lombardo, Vinicio Peluffo, ha espresso la sua solidarietà alla comunità ebraica milanese attraverso una nota: "Esprimo a nome di tutto il Partito democratico della Lombardia la mia più viva solidarietà al presidente della Comunità ebraica milanese Walker Meghnagi, destinatario di una lettera con proiettile. Si tratta di una minaccia gravissima, per cui esprimo la mia più ferma condanna e di cui mi auguro siano trovati al più presto i responsabili. Il clima d’odio va fermato, non è accettabile ai nostri giorni vedere ancora minacce a chi rappresenta la comunità ebraica. Da parte nostra continueremo a opporci a ogni forma di violenza e a difendere chiunque ne sia vittima”.

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