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Tre carabinieri accoltellano un pusher nei boschi dello spaccio, indagati per tentato omicidio: si va verso il processo

Tre carabinieri sono indagati per il tentato omicidio di un pusher accoltellato nella notte tra il 5 e il 6 luglio 2024 a Castiglione Olona, in provincia di Varese. Il pm Lorenzo Dalla ha chiuso le indagini a carico dei tre, la procura si prepara a chiedere il rinvio a giudizio.
A cura di Giulia Ghirardi
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Il pubblico ministero di Varese Lorenzo Dalla ha chiuso le indagini a carico di tre carabinieri, in servizio in provincia di Varese all'epoca dei fatti, coinvolti nell'inchiesta aperta dopo il tentato omicidio di un pusher accoltellato nella notte tra il 5 e il 6 luglio a Castiglione Olona, in provincia di Varese.

Due dei carabinieri indagati che, all'epoca dei fatti, erano rispettivamente in servizio presso la compagnia di Luino (Varese) e la stazione di Malnate (Varese), sono oggi accusati di tentato omicidio, sequestro di persona, porto abusivo di arma e rapina aggravata. Questo perché, poco dopo la mezzanotte di sabato 6 luglio 2024, era stato trovato il corpo di un uomo abbandonato in una pozza di sangue a bordo strada in via Fratelli Rosselli, all'inizio di uno dei più importanti boschi della droga del Varesotto. Sul posto era arrivato il personale dell'agenzia regionale di emergenza e urgenza (Areu) insieme ai carabinieri della Compagnia di Saronno che avevano avviato le indagini per capire a quale gruppo criminale appartenesse il soggetto ferito e, di conseguenza, capire chi avesse commesso l'aggressione.

Alla fine, il 6 luglio scorso, furono fermati due carabinieri con l'accusa di tentato omicidio. Secondo l'accusa, infatti, i due carabinieri sarebbero stati soliti rapinare i pusher che operavano nei boschi della zona invece di reprimere il giro di droga come avrebbero dovuto. Successivamente, nel corso delle indagini, è stato fermato anche un terzo carabiniere accusato di aver partecipato a un episodio di rapina aggravata, insieme ai due colleghi, sempre ai danni di uno spacciatore avvenuta del tentato omicidio. I militari avranno ora 20 giorni per chiedere di essere interrogati dal pm o depositare memorie difensive. La procura, notificati gli atti, si prepara invece a chiedere il rinvio a giudizio.

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