Travolge e uccide due donne al casello in A4, la perizia psichiatrica: “Incapace di intendere e volere”
L'uomo di 38 anni che il 18 febbraio scorso ha travolto e ucciso con la sua automobile due donne che si trovavano alla barriera autostradale Ghisolfa sull'autostrada A4 Torino-Milano è stato dichiarato incapace di intendere e di volere: è quanto accertato da una perizia psichiatrica che sarà discussa in un'udienza il 22 maggio davanti alla giudice per le indagini preliminari Ileana Ramundo. La perizia è stata svolta dallo psichiatra Raniero Rossetti. All'udienza saranno presenti il pubblico ministero Paolo Filippini, i legali del 39enne e gli avvocati dei familiari delle vittime.
Chi sono le vittime dell'incidente
Le vittime si chiamavano Laura Amato, una donna di 54 anni, e Claudia Turconi, 59 anni ed entrambe, in quella notte del 18 febbraio, sono morte sul colpo. Le indagini, che sono state svolte dalla polizia stradale di Novara, hanno permesso di accertare che l'auto viaggiava a quasi 150 chilometri orari e che non c'era alcun segno di frenata sull'asfalto. L'uomo, inoltre, era risultato positivo a cannabis e benzodiazepine. Sarebbe stato anche in cura, per anni, con una diagnosi di disturbi psicotici.
La dinamica e l'arresto
Sembrerebbe inoltre che il 16 febbraio abbia avuto una crisi: sarebbe arrivato all'ospedale di Piacenza e si sarebbe poi allontanato. Il giorno dopo sarebbe arrivato all'aeroporto di Malpensa: viste le sue condizioni, sarebbe stato accompagnato al presidio medico dove gli sono state somministrate gocce di un farmaco che conteneva anche benzodiazepine. L'uomo sarebbe stato trasferito all'ospedale di Gallarate, ma quella sera sarebbe andato via anche da lì.
Avrebbe poi telefonato a un cugino che lo avrebbe riaccompagnato a prendersi l'auto a Malpensa. Dopo essersi fermato in una piazzola, ha iniziato la sua folle corsa fino alla schianto che ha causato la morte delle due donne. Il 39enne è stato accusato di omicidio colposo plurimo e con obbligo di ricovero nel reparto di psichiatria dell'ospedale di Piacenza e libertà vigilata per un anno.