Traffico di salme all’obitorio dell’ospedale Sacco di Milano: scoperto giro di mazzette sui morti

Un giro di corruzione organizzato sul traffico delle salme: è quanto scoperto dalla polizia locale di Milano, coordinata dalla Procura, che ha portato a tre misure cautelari interdittive emesse dal giudice per le indagini preliminari Stefania Donadeo. A essere sospeso è un operatore dell'obitorio dell'ospedale Fatebenefratelli mentre due dipendenti di due onoranze funebri di Milano e Baranzate non potranno più lavorare come impresari funebri.
Le indagini partite dall'esposto dell'ospedale Sacco
Le indagini sono iniziate grazie a quattro esposti: uno di questi – si legge in una nota stampa – è stato presentato dalla direzione generale dell'ospedale. Negli esposti venivano denunciato degli atteggiamenti "confidenziali" tra gli impresari delle onoranze e gli operatori dell'obitorio: questi ultimi consentivano ai primi di poter entrare nella camera mortuaria senza che a richiederlo fossero i parenti della persona morta – come stabilito dal regolamento aziendale – ma consegnavano tutti i documenti relativi alle morti e in cambio veniva dato loro del denaro.
Il giro di corruzione
Dalle intercettazioni è emerso che il dipendente dell'obitorio, contrariamente a quanto disposto dal regolamento dell'azienda, comunicava ai due impresari quando avvenivano i decessi, indirizzata i parenti alle due onoranze funebri – spesso affermando che ci fossero delle convenzioni, che non esistevano, con il comune di Milano che avrebbero previsto prezzi più bassi – e permetteva al personale delle imprese di entrare nelle camere mortuarie. Dalle indagini degli inquirenti è emerso che l'uomo consultava spesso i registri e poi dava vita a uno "smistamento delle salme" dietro pagamento dei due impresari.