Traffico di droga tra Italia e Spagna e riciclaggio di denaro, la Finanza di Milano arresta 46 persone

Utilizzavano il sistema “fei’chi en” per riciclare il denaro utilizzato per il traffico di droga. Sono state arrestate 46 persone e sequestrati beni e denaro per un valore complessivo di circa 129 milioni di euro.
A cura di Fabio Pellaco
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Parte della droga sequestrata dalla Guardia di Finanza
Parte della droga sequestrata dalla Guardia di Finanza

Maxi operazione della Guardia di Finanza di Milano nella giornata di oggi, martedì 17 ottobre. Agli arresti sono finite 46 persone: 33 sono stati destinatari di una ordinanza di custodia cautelare in carcere e 13 ai domiciliari. Sono stati eseguiti anche 12 fermi. Le accuse contestate sono di traffico internazionale di sostanze stupefacenti, riciclaggio, esercizio abusivo del credito e frode fiscale. Sequestrati beni e denaro per un valore di circa 129 milioni di euro.

Il traffico di droga avrebbe fruttato 42 milioni di euro

Le custodie cautelari sono state emesse dal giudice per le indagini preliminare di Milano su richiesta della Direzione Distrettuale Antimafia ed eseguite dai militari della Fiamme Gialle a Milano, Bergamo, Brescia, Monza, Varese, Mantova, Torino, Alessandria, Asti, Prato, Roma, Teramo, Catania, Salerno e anche in Spagna. L'operazione è stata eseguita grazie al supporto del Servizio Centrale Investigazioni Criminalità Organizzata di Roma, della Direzione Centrale per i Servizi Antidroga – Dipartimento di Polizia di Stato e del Corpo della Polizia Locale di Milano. Le unità cinofile cash dog e antidroga sono ora in azione per effettuare 96 perquisizioni su tutto il territorio nazionale.

L'indagine ha permesso di ricostruire i canali di approvvigionamento e la rete di spaccio di circa 30 tonnellate tra hashish e marijuana. Il traffico sarebbe fruttato 42 milioni di euro con un giro di contante di 26 milioni di euro in poco più di un anno.

L'organizzazione criminale sgominata era composta da un gruppo di individui italiani e spagnoli, coadiuvati da soggetti di nazionalità albanese e cinese. In Lombardia e in altre regioni del Nord Italia sono stati sequestrati beni mobili e immobili, oltre a 9 milioni di euro ritenuti di provenienza illecita perché non compatibili con le attività economiche o i redditi dichiarati.

Riciclavano il denaro con il sistema del "fei'chi en"

Gli inquirenti hanno ricostruito le modalità con cui i narcotrafficanti saldavano l'acquisto delle partite di droga, servendosi di un sistema di riciclaggio di denaro denominato "fei'chi en", simile alla "hawala" di provenienza islamica. I titolari di alcuni esercizi commerciali, di nazionali cinese, ricevevano i contanti da trasferire in Spagna, in modo anonimo, veloce e non tracciabile, in cambio di una commissione tra l'1,5 e il 2 per cento della transazione.

Lo stupefacente veniva pagato con una "compensazione", senza che il trasferimento del denaro avvenisse fisicamente. Per questo veniva utilizzato un codice di riconoscimento sempre diverso, solitamente rappresentato dal numero seriale di una banconota di piccolo taglio consegnata dal corriere. Perché la compensazione potesse considerarsi riuscita, il codice doveva essere confrontato con quello comunicato dal punto di raccolta in Italia.

La Guardia di Finanza ha appurato che il denaro consegnato dai trafficanti di droga negli esercizi commerciali cinesi veniva subito rivenduto a un'altra associazione criminale composta da imprenditori italiani dei settori dell'acciaio e della plastica. Questo gruppo frodava sistematicamente l'Imposta sul valore aggiunto (Iva) emettendo fatture per operazioni inesistenti che venivano immediatamente stornate in contanti per sfuggire ai controlli antiriciclaggio.

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