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Traffico di droga da Marocco e Sud America: arrestati anche alcuni ultras del Milan

Sono accusati di aver importato droga dal Marocco e dal Sud America. Per questo motivo stamane sono scattate otto misure cautelari, anche per alcuni ultras della Curva Sud del Milan.
A cura di Simona Buscaglia
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Immagine di repertorio
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Secondo le accuse trasportavano grossi quantitativi di droga dal Marocco e dal Sudamerica e per questo, nella mattinata di oggi, venerdì 17 dicembre, sono scattate otto misure cautelari, tra cui figurano anche alcuni ultras della Curva Sud del Milan. Tre indagati sono stati portati in carcere mentre altri quattro sono al momento agli arresti domiciliari e uno ha l'obbligo di presentazione alla Polizia Giudiziaria con divieto di dimora. In seguito alle indagini condotte dalla procura di Milano sono in corso numerose perquisizioni in abitazioni riconducibili alle otto persone coinvolte, nelle province di Milano, Bergamo, Lodi e Monza Brianza.

Le indagini

L'attività investigativa condotta dai poliziotti della Sezione Omicidi della Squadra Mobile era partita dopo il tentato omicidio di Enzo Anghinelli, ferito alla testa con un colpo di pistola lo scorso 12 aprile 2019, in via Cadore. Nel corso delle indagini era emerso il coinvolgimento nel traffico di sostanze stupefacenti di M. F., ultras di Curva Sud, già sottoposto al Daspo, già arrestato dalla Squadra Mobile a marzo 2020: fermato mentre scendeva da un'auto nella quale era presente un doppio fondo era stato trovato in possesso di 300 grammi di marijuana, e gli erano stati sequestrati altri 4,5 chili di droga e 9mila euro in un'abitazione a Capriano, in provincia di Monza Brianza. Dopo alcuni approfondimenti sono stati trovati altri indizi relativi al coinvolgimento nel traffico di stupefacenti di altre persone, appartenenti al gruppo Curva Sud, per l'importazione di grosse quantità di marijuana e hashish dal Marocco, attraverso la Spagna, e di cocaina dal Sud America. Gli indagati comunicavano tra loro, e con i fornitori, con dei telefoni cellulari criptati con schede telefoniche olandesi. La droga veniva trasportata dal Marocco all'Italia su camion e furgoni, nascosta tra generi alimentari, che veniva poi consegnata nell'hinterland milanese e smistata agli acquirenti finali. Ad alcuni dei destinatari della misura cautelare viene contestato l'acquisto in sud America, di 10 chili di cocaina sequestrati al Porto di Santos, in Brasile, il 22 aprile 2020, oltre ad altri 349 chili di cocaina trovati a bordo di una nave cargo dopo la rottura accidentale di uno dei borsoni occultati nell'imbarcazione.

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