Torre dei Moro, gli inquilini del grattacielo bruciato avranno una nuova casa entro il 2026
Gli inquilini della Torre dei Moro avranno, entro il 2026, una nuova casa: nella giornata di oggi, sabato 14 maggio, durante l'evento "Note per la rinascita. Alla ricerca del libro perduto" sono stati presentati i due progetti di ricostruzione del grattacielo che lo scorso 29 agosto è stato avvolto e distrutto dalle fiamme. I progetti sono firmati dagli archistar Stefano Boeri e Alfonso Femia: "La nuova torre deve diventare – ha detto il portavoce degli inquilini, Mirko Berti – il simbolo della rinascita del quartiere Milano Sud e a questo punto dobbiamo pensare di realizzarla entro i Giochi del 2026".
Dove stanno vivendo le famiglie di Torre dei Moro
Gli inquilini hanno espresso il loro desiderio di "voler voltare pagina": "Ci sono molte cose ancora da fare, in particolare c'è tutta la parte legata al dialogo con l'assicurazione per capire come sarà la torre del futuro". Per il momento sono solo quaranta su ottanta le famiglie che hanno trovato una sistemazione nel mercato libero. Venti famiglie invece si trovano ancora oggi da amici e parenti mentre altre venti famiglie hanno trovato una soluzione con le case messe a disposizione dal Comune e dalla Regione. Infine ancora due famiglie si trovano al Quark Residence.
In che condizioni sono le case
In base alle prime bonifiche effettuate dai vigili del fuoco, su 82 appartamenti sono 17 quelli andati completamente distrutti mentre 16 sono gravemente compromesse: "Adesso serve un quadro normativo per situazioni come la nostra. È vero che noi non siamo terremotati, ma siamo degli sfollati e poi occorre ri-brandizzare l'edificio e ricercare sponsor per rimuovere la memoria negativa".
I progetti
L'architetto Stefano Boeri ha pensato a un "edificio verde" che avrà l'obiettivo di essere simbolo di rinascita: "Immaginando che le due vele, che poi sono state parte dell'origine dell'incendio, siano invece coperte da alberi e foglie conservando però quella fisionomia dell'edificio e aumentando la superficie dei balconi". Il collega Femia ha ribadito che, la ristrutturazione del grattacielo di via Antonini, entra in un "contesto di rigenerazione tra i più importanti d'Europa".