Torna Musica nei Quartieri con la Filarmonica di Milano: “Ridiamo vita ai luoghi di aggregazione”
A partire da oggi 11 novembre e fino a giovedì prossimo, torna a Milano Musica nei Quartieri, il progetto che porta LaFil-Filarmonica di Milano nei quartieri del Municipio 6. Da Bisceglie al Giambellino passando il Lorenteggio e la Barona. Per sette giorni la periferia sud ovest milanese vivrà di concerti d'orchestra totalmente gratuiti. L'ultimo evento, del prossimo 18 novembre, coinciderà con l'apertura di Bookcity Milano. Fanpage.it ha raggiunto il direttore artistico del LaFil, nonché suo direttore d'orchestra, Marco Seco.
Direttore, qual è la vostra missione?
L'attenzione principale è quella di ridare vita e contenuto ai luoghi in cui l'aggregazione sociale è venuta meno, specialmente per motivi legati alla pandemia. Noi crediamo che la musica abbia una sua missione che è quella di funzione sociale. È la massima forma artistica per indurre la gente a uscire di casa.
In quali luoghi dei quartieri si potranno ascoltare i concerti?
L'obiettivo è di essere quanto più possibile dappertutto, ma ovviamente essendo un'orchestra abbiamo bisogno di spazi fisici adeguati. In questa edizione suoneremo in biblioteche, teatri, bar.
Perché avete scelto proprio il Municipio 6?
Dopo un lungo confronto tra di noi e con il Comune di Milano abbiamo ritenuto che i quartieri della Barona, del Giambellino, del Lorenteggio e di Bisceglie fossero perfetti. Abbiamo trovato la nostra casa artistica al teatro puntozero del carcere minorile di Beccaria, dove nei prossimi anni vogliamo sviluppare nuove idee e progetti sempre all'interno di Musica nei Quartieri.
Estenderete l'evento al resto della città?
Per il 2022 resteremo ancora qui, poi l'intento è quello di arrivare in tutti i Municipi di Milano. Stiamo studiano un progetto che ce lo consenta, vogliamo fare un tour di tutti i quartieri milanesi.
Quando parla del Beccaria tornano in mente i progetti di Franco Mussida e le idee di Fabrizio De André, che parlava degli ultimi. Vi proponete di aiutare alla rieducazione dei ragazzi?
Non esattamente. Non siamo un'ente che ha esperienza a sufficienza per educare o rieducare chi ha sbagliato. L'anno prossimo, poi, organizzeremo nuove attività per cercare di contribuire anche in quel senso lì. Certamente però sappiamo che la musica ha la forza di raccontare a tutti qualcosa e la nostra intenzione è farlo abbattendo tutte le barriere, condividendo anche dibatti che possano offrire spunti a 360 gradi.