Torna in carcere Alessandro Maja. “Ha saputo del figlio uscito dal coma e ha sorriso”
Oggi pomeriggio è tornato nel penitenziario di Monza Alessandro Maja, che la notte tra il 3 e il 4 maggio ha assassinato a colpi di martello e cacciavite la moglie Stefania Pivetta e la figlia minore Giulia nella loro villetta di Samarate, in provincia di Varese. Fino a questo momento era ricoverato nel reparto psichiatrico carcerario del San Paolo di Milano. "Ho letto la notizia di Nicolò, che sta uscendo dal coma", ha detto l‘avvocato Enrico Milani a Fanpage.it. "Così abbiamo comunicato ad Alessandro Maja che il figlio ha dato segni di miglioramento, che ha mosso un dito, e lui ha reagito con una parvenza di sorriso. Un lieve cenno con il viso, quasi di contentezza. Ma è come se vivesse dentro un mondo tutto suo, è pesantemente sedato e non molto presente". E sulle attuali condizioni dell'omicida ha precisato: "Ci ha detto che sta assumendo circa 15 pastiglie al giorno. Probabilmente seguirà ancora una terapia, è necessaria. Quando non è sedato realizza quanto successo, e sta male".
Il figlio Nicolò unico sopravvissuto
Lievi cenni di miglioramento intanto per Nicolò Maja, l'unico sopravvissuto alla strage di Samarate. Il ragazzo ha riportato danni gravissimi alla testa, conseguenza dei colpi inferti dalla furia omicida del padre, e dalla mattina del 4 maggio è ricoverato all'ospedale di Varese. Solo adesso sta uscendo lentamente dal coma, contro ogni previsione: secondo quanto rivelato ieri dall'avvocato Stefano Ballarini a Fanpage.it, il 23enne ha aperto un occhio e muove un dito in risposta alle domande dei nonni. Quanto e se realizzi ciò che gli è successo, non è dato sapere. La strada davanti a lui, infatti, si prospetta ancora molto lunga.