Torna il murale di Marge Simpson davanti al consolato iraniano e ora mostra anche il dito medio
Marge Simpson è tornata. Ma non è più triste, ora ha lo sguardo arrabbiato e mostra il dito medio ai passanti. Il murale realizzato per ricordare Mahsa Amini, la giovane morta dopo essere stata arrestata dalla polizia morale per aver indossato in modo scorretto il velo, è tornato al suo posto davanti al Consolato Generale della Repubblica Islamica dell'Iran di Milano.
Una nuova opera davanti al consolato iraniano
L'opera, intitolata "The Cut 2", è stata nuovamente firmata dallo street artist aleXsandro Palombo e ritrae Marge Simpson intenta a tagliarsi la sua folta chioma azzurra in solidarietà con le donne iraniane. Questa volta però il suo sguardo non è più triste, ma arrabbiato, dopo che il precedente murale realizzato sempre da Palombo era stato rimosso dopo neanche 24 ore.
L'artista ha spiegato che la scelta di ritrarre una dei protagonisti del cartone animato statunitense non è casuale. Dal 2012 il governo dell'Iran ha vietato la commercializzazione e la diffusione dei Simpson perché accusati di "corrodere la morale della gioventù iraniana".
Il primo murale era apparso davanti al consolato la settimana scorsa, ma ignoti lo avevano rimosso poco tempo dopo. L'opera aveva fatto velocemente il giro del mondo e la sua rimozione aveva acceso le polemiche sul pericolo di censura e sul diritto di poter manifestare liberamente il proprio pensiero.
"La censura è stato un atto vile"
"Censurare un'opera realizzata in solidarietà a Mahsa Amini e a tutte le donne iraniane che lottano per la loro libertà — ha detto l'artista — è un atto vile, un gesto di codardia. Il fatto che sia avvenuto in un Paese democratico come l'Italia è di una gravità assoluta, indica la voglia di soffocare il suo più profondo significato. Non ci faremo intimidire da questo spregevole gesto".
L'artista ha poi ribadito che "mantenere viva l'attenzione su questo drammatico evento è di vitale importanza perché è l'unico modo che abbiamo per sostenere con forza i giovani iraniani. La loro libertà è la nostra libertà".