Torna a casa Nicolò Maja, l’unico sopravvissuto alla strage familiare di Samarate
Un sorriso appena accennato, le dita in segno di vittoria. E i nonni a vegliare dietro di lui, come a proteggerlo da ogni altro male.
È tornato a casa Nicolò, nella sua Samarate. Il luogo dove il padre Alessandro Maja, architetto 57enne che la notte tra il 3 e il 4 maggio ha sterminato la famiglia a colpi di martello, uccidendo la moglie Stefania (56 anni) e la figlia Giulia (16 anni). E riducendo in fin di vita Nicolò (23 anni), l'altro figlio.
Nicolò Maja lascia l'ospedale di Varese
Nei prossimi giorni, dopo quattro mesi, Nicolò Maja lascerà finalmente l'ospedale di Varese. Lo annunciano su Facebook i cittadini di Samarate, che immortalano il sindaco Enrico Puricelli con Nicolò in carrozzina e i nonni, a vegliare da dietro. La data non è ancora certa ma il ragazzo ha già potuto trascorrere qualche fine settimana in casa con i nonni materni, in attesa di lasciare definitivamente il reparto in cui è ricoverato da quella terribile notte di primavera.
Il miglioramento delle condizioni di salute
Ha rischiato di non farcela, Nicolò: sulle prime, sembrava non avesse speranze di sopravvivere alla furia omicida del padre. In coma, con profondissime ferite al cranio. Le stesse che non hanno lasciato scampo alla sorella Giulia e alla madre Stefania.
A sperare nel miracolo i nonni, l'intera comunità di Samarate. E persino Stefano Pioli e il team del Milan campione d'Italia, che a Nicolò immobile a letto, incosciente, avevano dedicato un video: "Ciao Nicolò, sappiamo che stai passando un momento delicato ma sappiamo anche che sei molto forte e che reggerai e che ci troveremo presto tutti qui insieme. Forza Nicolò!"
E incredibilmente, mese dopo mese, le sue condizioni di salute sono migliorate sempre più. Fino a oggi: il giovane riesce a interagire con le persone, anche se ha grandi difficoltà motorie. La strada, insomma, sarà ancora lunga. Ma il ragazzo con la passione per gli aerei e per il volo ce l'ha fatta. Presto andrà a stare definitivamente dai nonni, a Cassano Magnago.
A che punto è la vicenda giudiziaria
Nel frattempo il padre omicida di Samarate, Alessandro Maja, si trova rinchiuso nel carcere di Monza in attesa del processo. Per il momento ha scelto la via del silenzio, e non ha saputo spiegare cosa sia accaduto quella notte.
Una depressione conclamata (la moglie Stefania aveva chiesto aiuto al padre per capire perché il marito fosse così giù di morale), l'ossessione per le spese di casa, forse dei debiti insanabili con la società a Milano? Problemi latenti esplosi in un raptus violento, o strage pianificata (tre ore dopo la mattanza uscì dal balcone della villetta coperto di sangue, gridando "Finalmente ci sono riuscito, vi ho uccisi, bastardi")? È ancora tutto da definire. Intanto, Alessandro Maja tace.