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Torna a casa la prof accoltellata dal suo studente 16enne: “Nessun rancore, i genitori non si sono scusati”

Elisabetta Condò è stata dimessa dall’ospedale e spera di tornare a insegnare il prima possibile. La professoressa ancora non si spiega l’aggressione del suo studente di 16 anni: “C’era stata qualche ragazzata, ma l’anno non era compromesso”.
A cura di Enrico Spaccini
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Elisabetta Condò
Elisabetta Condò

È tornata a casa lo scorso venerdì 2 giugno Elisabetta Condò, la professoressa che il lunedì precedente è stata accoltellata da uno studente di 16 anni di una classe dell'Istituto superiore Alessandrini di Abbiategrasso (Milano). Ha ancora la testa fasciata e il gesso al braccio, il punto in cui ha subito la ferita più profonda inferta con un coltello dalla lama di 30 centimetri. "Non mi sono resa conto subito di essere stata accoltellata, è durato tutto pochi secondi", ricorda la professoressa di Italiano e Storia, "non ho una spiegazione, il ragazzo non aveva una situazione critica, non rischiava l'anno. Mi dispiace solo di non aver ricevuto nessuna parola di scuse dalla sua famiglia".

L'aggressione di lunedì

Come ha scritto il gip il 16enne, arrestato per tentato omicidio aggeavato e al momento ricoverato nel reparto di Neuropsichiatria adolescenziale dell'ospedale San Paolo di Milano, "ha ammesso la propria responsabilità".

Quella mattina la sua classe era impegnata in un compito sui Promessi Sposi. La professoressa Condò stava aiutando altri due alunni, quando il 16enne ha estratto dallo zaino un pugnale da caccia e una pistola giocattolo colpendo l'insegnante al collo, all'avambraccio e alla testa.

"All'inizio pensavo di essere stata colpita da qualcosa che cadeva dal soffitto, magari un lampadario", ricorda Condò in un'intervista a la Repubblica, "tutti gridavano, è stato un momento di grande confusione. Una ragazza della classe vicina mi ha dato una felpa per fermare l'emorragia". Il 16enne aveva fatto poi uscire i compagni dalla classe e atteso l'arrivo dei carabinieri.

"Non ho una spiegazione"

Sia l'autore dell'aggressione che la sua vittima ancora oggi non riescono a spiegarsi quanto accaduto. "Non so perché l'ho fatto", ha detto il ragazzo, "non ho una spiegazione", ha ribadito la professoressa. Certo, i problemi non mancavano. Aveva ricevuto alcune note, ma "erano di febbraio per compiti che non aveva fatto" spiega Condò. Poi c'è stata "qualche piccola ragazzata come lo spray maleodorante sparso in classe insieme ad altri due compagni" o ancora quando venerdì 26 la professoressa lo ha salutato prima dell'inizio delle lezioni e "poi è risultato assente".

Insomma, il calo scolastico c'era stato, "ma l'anno non era compromesso", ha ribadito la professoressa: "Forse si è sentito in un vicolo cieco perché pensava di non recuperare, ma non credo".

Il ritorno all'insegnamento

Una volta tolto il gesso al braccio, Condò dovrà iniziare la riabilitazione e spera già in settembre di poter tornare a insegnare alle sue classi. Al ragazzo che l'ha colpita augura "il meglio, spero che lasci presto il carcere e che ritrovi serenità", ha detto sottolineando, però, di essere dispiaciuta.

"Non ho ricevuto nessuna parola di scuse dalla famiglia del ragazzo che mi ha aggredita", ha affermato, "non me lo aspettavo dal ragazzo, che è sicuramente sotto choc, ma almeno dai genitori mi sarei attesa un'espressione di vicinanza o dispiacere".

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