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Tombe di bimbi mai nati rimosse a insaputa dei genitori al cimitero di Brescia: cosa è successo

Nell’autunno del 2021 molte famiglie scoprirono che le tombe di 2.500 bambini non c’erano più, in seguito alla loro rimozione al cimitero Vantiniano di Brescia. La Procura ha chiesto oggi il rinvio a giudizio per la dirigente e la responsabile dei servizi cimiteriali del Comune.
A cura di Francesca Del Boca
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Migliaia di famiglie che, da un giorno all'altro, hanno visto scomparire nel nulla le tombe dei propri bimbi.

È successo al cimitero Vantiniano di Brescia nell'autunno del 2021 quello che è diventato un vero e proprio caso cittadino e nazionale, e che oggi vede addirittura a processo due dirigenti comunali. Il prossimo 31 gennaio le funzionarie della Loggia dovranno infatti rispondere, a vario titolo, di occultamento o distruzione di cadavere, violazione di sepolcro, vilipendio di tombe e di cadavere. A comparire davanti al giudice in udienza preliminare, con proposta di patteggiamento contestuale alla richiesta di rinvio a giudizio, saranno Elisabetta Begni e Monik Liliana Ilaria Peritore.

La vicenda è stata ricostruita dalle indagini coordinate dal pm Antonio Bassolino. È iniziata nell'autunno di tre anni fa, quando un giorno di novembre sono state rimosse 2.500 tombe di "bambini mai nati", tra feti e piccoli venuti alla luce senza vita, inumati tra il 2008 e il 2016 nel cimitero monumentale della città di Brescia. Una bruttissima sorpresa per le tantissime mamme e papà che spesso si recavano sui sepolcri dei piccoli defunti per lasciare un giocattolo, un fiore, un ricordo qualsiasi.

Lo scontro tra genitori e Comune

Sarebbero state le due dirigenti comunali ad aver dato l'ordine di "rastrellare i sepolcri, le tombe e i feretri, con ogni probabilità mediante l’uso di escavatori, con esumazione delle piccole salme e spargimento dei loro resti e degli effetti destinati al culto dei piccoli defunti" come peluche e piante. Senza alcuna comunicazione, per i genitori che avevano presentato denuncia.

"Quando sono arrivata al Vantiniano con il mio mazzo di fiori e non ho trovato più la tomba del mio piccolo ho pensato che è stato strappato ingiustamente alla terra due volte", le parole di una mamma dopo il fatto, avvenuto alla fine del 2021, che ha coinvolto le 2500 piccole bare di bimbi mai nati e tumulati al cimitero Vantiniano di Brescia tra il 2007 ed il 2016. Fatto avvenuto soprattutto, a quanto pare, a insaputa di molti genitori. "Non c'è stato nessun avviso. Nè erano stati affissi sulle lapidi i bollini appositi che indicano la rimozione in atto".

La risposta del Comune di Brescia

"Oltre all’avviso affisso all’albo e nella bacheca d’ingresso del Cimitero almeno 90 giorni prima dell’inizio delle attività, sono stati affissi i medesimi avvisi anche sul perimetro dei riquadri interessati dall’esumazione, su appositi supporti metallici, ben visibili ai visitatori del cimitero. Gli avvisi non hanno il consueto elenco dei nominativi dei sepolti in quanto, per motivi di privacy, si è ritenuto di comunicare di rivolgersi ai custodi e agli uffici per richiedere informazioni", era stata la difesa del Comune di Brescia in merito. I bollini mancanti sulle lapidi? Un "problema" dovuto a "tempistiche e costi", secondo una delle dirigenti.

Niente da fare. Secondo la Procura, del resto, queste esumazioni sarebbero avvenute in "spropositato contrasto col fabbisogno accertato e pianificato corrispondente a 164 esumazioni per il biennio 2021-2022″. Inoltre, la riesumazione avrebbe coinvolto anche salme inumante "anteriormente al termine decennale" previsto dal Regolamento regionale di riferimento.

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