Tombe di bambini mai nati rimosse al cimitero di Brescia: aperta un’inchiesta
È stata aperta un'inchiesta dalla Procura di Brescia sull'estrazione e la rimozione di 2.500 tombe di bambini mai nati che si trovavano nel cimitero monumentale della città. L'episodio si era verificato nell'autunno del 2021. Le ipotesi di reato, stando a quanto riporta il quotidiano "Il Giornale di Brescia", sono violazione di sepolcro, vilipendio di tombe e vilipendio di cadavere. Per il momento non ci sarebbe nessuno iscritto al registro degli indagati.
Nelle prossime settimane, il pubblico ministero sentirà i dirigenti del Comune di Brescia, l'assessore Valter Muchetti e l'azienda che ha realizzato i lavori. Le bare che contenevano feti e corpi sepolti in quell'area risalgono a un periodo compreso tra il 2007 e il 2016. Durante le operazioni di rimozione furono trovati alcuni frammenti ossei. Furono poi eseguite alcune analisi dal Comune di Brescia e queste permisero di scoprire che quei frammenti risalivano ad anni prima.
Alcuni genitori non erano stati avvisati
Dopo i fatti, tanti genitori si erano rivolti a un avvocato anche perché l'attività di rimozione sarebbe avvenuta senza che alcuni di loro fossero messi a conoscenza. All'epoca, il Comune però affermò che, cento giorni prima, erano stati apposti alcuni avvisi nelle bacheche del cimitero. I genitori però sostenevano che quegli avvisi erano stati collocati in un luogo molto lontano rispetto a quello in cui si trovavano le tombe.
Era stata contestata anche l'assenza di bollini gialli sulle lapidi interessate che solitamente vengono apposti per le esumazioni. Agli atti ci sarebbe anche una telefonata con una dirigente del Comune, la quale si giustificò dicendo che c'erano stati alcuni problemi relativi a tempi e costi.