Tifoso morto prima di Inter-Napoli: l’ultrà condannato ricorre in appello per chiedere l’assoluzione
Il legale di Fabio Manduca, l'ultrà napoletano condannato a quattro anni per omicidio stradale dopo aver investito negli scontri del 26 dicembre 2018 in zona San Siro – prima della partita tra Inter e Napoli – il tifoso Daniele Belardinelli, ha depositato oggi, martedì 12 gennaio, il ricorso chiedendo l'assoluzione per "mancanza della prova dell'investimento".
Richiesta la revoca degli arresti domiciliari
L'avvocato difensore sostiene che ci siano "molti punti oscuri" nella ricostruzione dell'accusa e che inoltre non siano state riconosciute le attenuanti generiche. L'avvocato chiede inoltre che vengano revocati gli arresti domiciliari. Nel corso del processo in primo grado i pubblici ministeri di Milano, Rosaria Stagnaro e Michela Bordieri, avevano chiesto per Manduca sedici anni di carcere per omicidio volontario. Il giudice dell'udienza preliminare Carlo Ottone De Marchi, il 30 novembre 2020 lo ha però condannato a quattro anni per omicidio stradale. Il gup aveva inoltre disposto che fossero liquidate con 80mila euro le parti civili, la mamma della vittima, la moglie e la figlia maggiore.
La ricostruzione dell'omicidio
L'ultrà era stato arrestato nell'ottobre del 2019 quasi un anno dopo l'omicidio. Le indagini, l'analisi delle immagini delle telecamere della zona, le intercettazioni telefoniche e le dichiarazioni di alcuni indagati avevano permesso di ricostruire l'accaduto. Secondo questa, Manduca avrebbe participato agli scontri con i tifosi interisti quando, a bordo della sua macchina, avrebbe puntato gli avversari e investito Daniele Belardinelli. Ad avere inchiodato Manduca sarebbe stata proprio la perizia del Suv con il quale ha investito l'ultrà.