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Tifosi cacciati dopo l’omicidio Boiocchi, la Curva Nord dell’Inter: “Ci scusiamo, ma la realtà è diversa”

I vertici della Curva Nord dell’Inter hanno chiesto scusa in un comunicato per quanto accaduto durante Inter-Sampdoria. Tuttavia, ribadiscono come le loro intenzioni siano state interpretate male e che sono stati “dipinti ingiustamente come mostri”.
A cura di Enrico Spaccini
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È passato quasi un mese da quando Vittorio Boiocchi, storico capo ultrà dell'Inter, è stato ucciso sotto casa a Figino, periferia Ovest di Milano. Era il 29 ottobre e quella sera, durante Inter-Sampdoria, i tifosi che popolavano la Curva Nord abbandonarono lo stadio in suo ricordo. Anche chi non avrebbe voluto lasciare il proprio posto, costretto da minacce e spintoni. Ora, i vertici della Curva Nord, dopo "una pausa di riflessione" scrivono di volter "ricucire lo strappo creatosi con gli interisti", e che comunque "la realtà degli avvenimenti è ben altra".

Le indagini e gli "episodi spiacevoli e incontrollabili"

Mentre le indagini sulla morte di Boiocchi continuano seguendo la pista che conduce ai suoi legami con il mondo della criminalità, la Questura di Milano ha già emesso quattro Daspo per gli ultrà identificati come autori di quei gesti da cui anche la società Inter ha preso le distanze.

I vertici della Curva ammettono che quella sera c'è stato un "cortocircuito" interno, soprattutto dal punto di vista comunicativo, e che "non tutto è andato come avremmo voluto". Per questo motivo, anche se sostengono che si sia trattato solo di "episodi spiacevoli e incontrollabili", affermano che "probabilmente qualcuno ha sbagliato e di questo ce ne scusiamo".

Il "segnale distensivo"

Nel comunicato si critica anche chi "a livello mediatico" li avrebbe "dipinti (ingiustamente) come dei mostri", interpretando non come avrebbero voluto quel gesto di svuotare la Curva in ogni modo. Tuttavia, mentre si ribadisce di aver "scelto" di mettere "in secondo piano l'evento sportivo", non viene ancora data una più chiara motivazione di quel comportamento.

In conclusione, il "segnale distensivo" che hanno voluto dare con queste righe di comunicato, i vertici ultrà hanno lanciato un appello chiedendo "a tutti coloro che si sono sentiti offesi dalle modalità di alcuni singoli, di contattarci per provare a chiarire questa situazione venutasi a creare".

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