video suggerito
video suggerito

“Ti riporto tuo figlio in una scatola”: 41enne a processo per maltrattamenti all’ex compagna

Un 41enne bergamasco è a processo per maltrattamenti e stalking nei confronti dell’ex compagna. L’amica della vittima ha raccontato in Tribunale le minacce che la donna era costretta a subire.
A cura di Enrico Spaccini
66 CONDIVISIONI
Immagine di repertorio
Immagine di repertorio

Un 41enne di Azzano San Paolo (in provincia di Bergamo) è finito a processo per maltrattamenti e stalking. Secondo quanto denunciato dalla sua ex compagna, per due anni l'avrebbe costretta a un isolamento sociale forzato, ad abbandonare il suo posto di lavoro e umiliata. Oltre a questo, il 41enne l'avrebbe anche minacciata di morte e di far male al bambino che hanno avuto insieme: "Se chiami i carabinieri ci rimette il bambino", le avrebbe detto, "te lo riporto in una scatola".

I maltrattamenti durante la convivenza

I due si sono conosciuti nel 2018 e sono andati a convivere in un appartamento di Bergamo. Poco dopo lei è rimasta incinta e, nonostante un primo momento di felicità, come raccontato da un'amica della donna durante l'udienza dell'11 gennaio lui avrebbe più volte cercato di convincerla ad abortire, aiutato da sua madre. Il motivo sarebbe stato che la donna lavorava poche ore al giorno e non la riteneva al suo stesso livello culturale.

In aula, l'amica della donna ha raccontato che per parlare con lei al telefono doveva rifugiarsi sul balcone di casa, perché l'interno era sempre monitorato dalle telecamere. Era arrivata a installare l'avviso di chiamata per evitare di perdere le telefonate del compagno che, in caso di mancata risposta, andava su tutte le ire.

Come riportato da BergamoNews, l'amica della donna ha aggiunto che il 41enne non voleva che la sua compagna prendesse i mezzi pubblici, considerati poco dignitosi. Infine, sarebbe stata costretta ad abbandonare il posto di lavoro, e continuare le sue mansioni in smartworking, a causa delle continue scenate di gelosia del compagno.

Le minacce dopo il ritorno della donna dai suoi genitori

Dopo due anni di convivenza trascorsi in questo modo, la donna ha preso il figlio ed è tornata a vivere dai suoi genitori. L'uomo, però, avrebbe continuato a perseguitarla fino a luglio 2021 con telefonate, liti per poter vedere il bambino, visite indesiderate e minacce a lei e a suo padre.

All'udienza dell'11 gennaio il 41enne non si è presentato. Durante l'interrogatorio davanti alla polizia giudiziaria, però, aveva respinto ogni accusa della donna. La prossima udienza è stata fissata per il 29 febbraio.

66 CONDIVISIONI
autopromo immagine
Più che un giornale
Il media che racconta il tempo in cui viviamo con occhi moderni
api url views