The Good mothers, la storia vera di Denise Cosco: cosa fa oggi la figlia di Lea Garofalo
Vive nascosta sotto protezione Denise Cosco. Da quando in Tribunale ha testimoniato contro la sua famiglia vicino alla ‘ndrangheta nel processo sulla morte di sua madre Lea Garofalo, uccisa dal compagno Carlo Cosco – nonché padre di Denise – a Milano il 24 novembre del 2009 per la sua decisione di diventare una collaboratrice di giustizia. Denise oggi ha 31 anni e la sua storia è raccontato nella nuova serie Disney+ The good mothers. Le protagoniste del documentario sono donne che si sono ribellate alla ‘ndrangheta: oltre a Denise Cosco e Lea Garofalo vengono raccontate la storia di Giuseppina Pesce e Concetta Cacciola.
La storia di Denise Cosco e Lea Garofalo, collaboratrice di giustizia
È il 2002 quando Lea Garofalo decide di collaborare con la magistratura prendendo così le distanze dalla sua famiglia: racconta dell’attività di spaccio condotta dalla famiglia Cosco, quella del suo compagno Carlo, e la faida interna tra questa e la sua famiglia che aveva potato alla morte del fratello Floriano Garofalo nel 2005.
Subito Lea e la sua figlia vengono inserite nel programma di protezione e nascoste da qualche parte in Italia. Si nasconde a Campobasso sperando di voltare per sempre le spalle a Petilia Policastro, il paese natale di Lea Garofalo in provincia di Crotone. Nel 2009 Lea decide di uscire dal sistema di protezione, ma di restare a Campobasso. Nel giro di poche settimane fedelissimi alla sua famiglia la trovano: Lea riesce a sfuggire a un primo agguato. A salvarla è stata sua figlia Denise che quel giorno aveva deciso di non andare a scuola.
Tempo dopo l'ex compagno Carlo Cosco convince Lea Garofalo a incontrarlo a Milano. La convince dicendole che era necessario parlare del futuro di Denise. Madre e figlia vengono riprese dalle telecamere di video sorveglianza della città un'ultima volta la sera del 24 novembre del 2009: camminavano fianco a fianco pochi minuti prima l'incontro con Cosco. Denise con una scusa verrà allontanata dalla madre. Lea è stata uccisa in un appartamento a Milano. I suoi resti sono stati trovati carbonizzati nel quartiere San Fruttuoso a Monza.
La vita di Denise Cosco dopo la morte della mamma, uccisa della ‘Ndrangheta
Dopo la morte della madre Denise Cosco rimase qualche giorno con il padre e il resto della famiglia. Sarà lei però a denunciare la scomparsa della madre e ha prendere definitivamente le distanze dal padre e dal fidanzato Carmine Venturino. Denise Cosco diventa la testimone chiave del processo contro il padre e gli altri imputati dell'omicidio, ovvero Vito Cosco, Rosario Curcio e Massimo Sabatino e l’ex fidanzato Carmine Venturino. Viene inserita nel programma di protezione.
Il processo e la testimonianza chiave di Denise Cosco
Durante il processo Denise racconta tutto. Grazie alle sue parole nel dicembre del 2014 la Cassazione conferma i quattro ergastoli emessi dalla Corte d'Assise d'Appello di Milano del 25 maggio 2013 a carico degli imputati. Confermata anche la condanna a 25 anni per l'ex fidanzato Carmine Venturino, perché dal 2021 aveva deciso di collaborare con la giustizia. Sono stati tutti ritenuti responsabili dell'omicidio a Lea Garofalo.
Perché Denise Cosco ha deciso di celebrare il funerale della mamma a Milano
Denise ha scelto di celebrare il funerale della madre a Milano: qui era stata uccisa e qui era in corso il processo sulla sua morte. Il funerale venne celebrato in una piazza Duomo piena di ragazzi. Denise parlò da dietro un tendone: "La mia cara mamma, ha avuto il coraggio di ribellarsi alla cultura della mafia, la forza di non piegarsi alla rassegnazione e all’indifferenza. Il suo funerale pubblico è un segno di vicinanza non solo a lei, ma a tutte le donne e gli uomini che hanno rischiato e continuano a mettersi in gioco per i propri valori, per la propria dignità e per la giustizia di tutti".
La vita di Denise Cosco oggi
Oggi Denise vive sotto protezione in una località segreta. Ha continuato gli studi, ma cosa faccia è una delle informazioni che restano in totale segretezza.