Test salivari a scuola: il “modello Bollate” in vista del ritorno in classe al 100 per cento
Il ritorno in presenza al 100 per cento degli studenti di tutte le scuole di ordine e grado, prevista per il 26 aprile sia nelle zone gialle che arancioni, continua a destare dubbi e perplessità. La discussione gira – ovviamente – attorno al tema della sicurezza: al momento al vaglio del Governo c'è l'ipotesi di utilizzare i test salivari per consentire un monitoraggio dei contagi da Covid-19.
Ad utilizzare già questa particolare tipologia di tampone è il Comune di Bollate, in provincia di Milano, balzato agli onori di cronaca per essere stato tra i primi comuni a essere inserito in zona rossa durante la terza ondata. Fanpage.it ha quindi intervistato il sindaco Francesco Vassallo per capire se il Comune di Bollate potrebbe diventare un modello in vista della ripartenza: "Vista la nostra esperienza – spiega il primo cittadino – direi che dovrebbero essere utilizzati. Sono uno strumento potente, semplice, utile".
L'accordo tra Comune, Università, Ats e ospedale
I test salivari possono essere svolti autonomamente e una volta effettuati vengono consegnati agli stessi laboratori che processano i molecolari. In vista del rientro dalle vacanze di Pasqua, l'amministrazione aveva deciso così di stipulare un accordo con il dipartimento di Scienze della Salute e di Scienze biomediche dell'Università Statale di Milano per l'utilizzo di questi test.
Oltre all'Ateneo, sono stati compresi altri due partner: l'Agenzia di tutela della salute della città metropolitana di Milano e l'Azienda socio sanitaria territoriale Fatebenefratelli. Questa attività, oltre a consentire di poter monitorare la situazione negli istituti scolastici, permette di "librare molti operatori sanitari che così possono essere destinati ad altre attività come i vaccini", continua ancora il primo cittadino.
I test salivari utilizzati su 4.500 studenti
L'unico inconveniente è che al momento i costi di gestione sono sulle spalle del Comune: "Noi acquistiamo i reagenti e tutto il materiale necessario. L'Ateneo – precisa a Fanpage.it Vassallo – mette a disposizione i suoi laboratori, l'Asst interviene con i test sierologici mentre Ats offre gratuitamente i tamponi molecolari, necessari per confermare il risultato di quello salivare".
I tamponi salivari sono e saranno utilizzati su una platea di 4.500 studenti a cui si aggiungono mille operatori scolastici che hanno già ricevuto il vaccino: "Abbiamo testato con tampone salivare e sierologico circa duemila studenti delle classi elementari e della prima media. Tra loro – spiega ancora il sindaco – sono stati trovati dodici positivi: due con una positività piena confermata dal molecolare e dieci debolmente positivi".
Da domani si partirà invece con le seconde e terze medie. "Le elementari e le prime medie invece faranno nuovamente e solo il sierologico. Tra dieci-quindici giorni invece daremo il kit agli studenti e agli operatori delle scuole superiori".
Individuate delle classi campione
Considerato che i costi sono a carico del Comune attualmente è impossibile testare settimanalmente tutti gli studenti: "In accordo con l'Università, che si è sobbarcata i costi, abbiamo optato per individuare delle classi campione. A loro faremo fare il tampone salivare ogni settimana da qui fino alla fine della scuola. In caso di più positività, testeremo l'intero istituto".
Ovviamente spiega il primo cittadino sarà così almeno fin quando Governo e Regioni non sceglieranno diversamente. Il sindaco ci tiene però a specificare: "Se c'è una cosa che ho imparato in questo anno e mezzo è che il virus per combatterlo va anticipato, solo in questo modo riesci a contenerlo. Se lo insegui, rischi che la situazione ti esploda tra le mani".